L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2021
Promo attive (0)
E se la diagnosi fosse errata o impropria, o "comoda"? Se l'esclusione dei bambini "non conformi" viaggiasse sotto le mentite spoglie di una fallace e ipocrita integrazione? Da uno dei massimi esperti e studiosi di neuropsichiatria infantile, un campanello d'allarma rivolto a genitori, educatori e insegnanti per entrare nelle pieghe dell'"epidemia" diagnostica che sta investendo i nostri bambini e i loro genitori e contrastarla.
Una nuova emarginazione, basata su diagnosi di disabilità trasformate in etichette di "diversità" irrecuperabile, è in pieno sviluppo nel nostro Paese e coinvolge un numero crescente di bambini e ragazzi. Le diagnosi più comuni, e più facili da rendere "etichette", si riferiscono ad abilità considerate oggi importanti anche in una prospettiva lavorativa, come leggere bene e relazionarsi con gli altri adeguatamente. Si tratta di dislessia e autismo, cui non di rado si aggiungono discalculia e iperattività. Spesso, infatti, si confondono ritardi di lettura con la dislessia, oppure si certifica l'autismo mentre si è di fronte a ritardi del linguaggio, depressioni, mutismo elettivo, o persino transitorie timidezze. Dietro la loro pretesa "oggettività", le diagnosi sbagliate nascono dall'importanza attribuita a determinati test e sono quasi sempre rese pubbliche, diventando marchi indelebili che definiscono il bambino, e danneggiano l'emotività sua e dei genitori compromettendone l'identità. Come può avvenire tutto ciò? Perché? E con quali conseguenze? Cosa ha portato all'esplosione di diagnosi, spesso senza fondamento, degli ultimi anni? A queste domande e a molto altro risponde Michele Zappella, con una chiarezza e una semplicità rara, preziosa e utile per tutti. La ricca casistica, la profonda esperienza clinica e di ricerca dell'autore, invita i genitori e gli educatori ad aprire gli occhi senza cedere al "fascino sottile dell'etichetta", e i professionisti a mantenere aggiornata la cultura specialistica sperimentando modi di approccio ai bambini che ne stimolino fantasia e creatività. Gli effetti possono essere sorprendenti!
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una persona autorevole, il neuropsichiatra infantile Michele Zappella, ha finalmente dato voce al disagio e al dubbio che pervade chi osserva il dilagare di casi classificati come dislessia o autismo tra i bambini. Possibile che ce ne siano così tanti? Netto è il giudizio dell’autore, confortato dalla sua esperienza e competenza medica e terapeutica: in un’alta percentuale di situazioni si tratta di diagnosi errate. E di questa netta affermazione Zappella trae anche le drammatiche conseguenze, documentate con il racconto di molti casi incontrati nella sua lunga professione. Al bambino così classificato viene associata un’ etichetta che da una parte ne fa un diverso, purtroppo spesso anche per tutta la vita, dall’altra falsa gli interventi, addirittura ostacolando la possibilità di recupero. Non meno grave è la ricaduta sul contesto familiare dell’identificazione di una problematica, indirizzata nella direzione sbagliata: chi è coinvolto nella vita del bambino rimane confuso nel giudizio e schiacciato nelle conseguenze che ne derivano: indicazioni di interventi e terapie inadeguate, peraltro impegnative e costose. Lo sguardo profondamente umano, interessato ed empatico del medico verso soggetti sofferenti, a cui si rivolgere con l’osservazione e l’ascolto profondo e attento, che solo consente di individuare con realismo e sicurezza di cosa si tratti veramente, apre la possibilità di interventi in direzioni efficaci, contemplando il tempo che si rivelerà necessario. Qualunque sia la sua situazione, obiettivamente grave o falsamente diagnosticata, il bambino non è un’etichetta: questa consapevolezza porta a contrastare tutte le forme di esclusione ed emarginazione, dalla separazione sociale fino al bullismo, più o meno individuato o subito, così tristemente emerso tra i giovani. Di ogni persona, più che dichiarare di che cosa soffre, serve conoscere i punti di forza e di debolezza, per lavorarci insieme: nessun educatore può trascurare tale indicazione.
Un libro interessante su un argomento molto delicato. Le diagnosi sono una risorsa ma se diventano etichette diventano una palla al piede.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore