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Non preoccupatevi se fate un sacco di errori. Preoccupatevi se vi sembra di non farne mai.
«Un professore stile "Attimo fuggente"» – Massimo Gramellini
«Un professore d'italiano e scrittore che sa parlare ai ragazzi, perché vive con loro, in mezzo a loro» – Federico Taddia, Tuttolibri – La Stampa
Qualcuno ha detto che nella nostra vita non commettiamo tanti errori ma sempre lo stesso, ripetuto infinite volte. Perché i nostri sbagli raccontano di noi molto più di quanto non crediamo: della nostra storia, di come eravamo, di cosa siamo diventati. Eppure, soprattutto quando si è ragazzi – a scuola, in casa, persino con gli amici – sbagliare è diventato un tabù. Enrico Galiano, con sincerità e coraggio, ha deciso per la prima volta di sfatare il mito della perfezione e svelare tutti i suoi errori e le scelte azzardate. Da quelli apparentemente più piccoli, come quando ha buttato via l'occasione di uscire con la ragazza dei suoi sogni, a quelli più terribili, come quella notte in cui per poco non è stato arrestato; i brutti voti presi, quelli dati, gli sbagli perdonabili e imperdonabili, e come tutto questo l'abbia reso l'uomo che è oggi. Perché non c'è dubbio: sbagliare può causare ferite che impiegano anni a rimarginarsi e può lasciare segni indelebili nella nostra anima. Ma è necessario per capire chi siamo, per vivere una vita piena, per trovare davvero la nostra strada. Enrico Galiano è uno dei professori più letti e amati d'Italia. Con la sua straordinaria sensibilità, e grazie a una presenza online di enorme successo, è in grado di dare voce ai sogni e alle aspettative degli adolescenti di oggi come nessun altro. E con questo nuovo libro offre sia ai ragazzi sia a tutti coloro – genitori, educatori, insegnanti – che hanno a cuore il loro futuro la rinnovata consapevolezza che ogni errore altro non è che una tappa di quell'avventurosa e appassionante ricerca di sé stessi che è la vita. Ricordandoci che se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un testo interessante in cui ripercorre gli errori più comuni. Un po' sono i consigli che ci danno i genitori ma che, giovani, non vogliamo ascoltare. Sicuramente scritto bene e in modo coinvolgente.
Ho considerato questo libro come una lettera che un professore molto speciale scrive a ognuno di noi. Con grande umiltà e altrettanta schiettezza, Enrico si mette a nudo e racconta alcuni dei suoi errori passati da cui ha tratto grandi insegnamenti. Sono di parte, perché ho sempre ammirato e apprezzato Enrico sia come scrittore che come persona, ma in questo libro c’è tanto cuore. Consigliato!
Libro di facile lettura e comprensione. Al di là di tutto, è bello sentirsi dire, e quindi capire, che sbagliare non è la fine del mondo e serve a crescere, a tutte le età.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano da te.
Alla fine troverai non chi stavi cercando, ma chi stava cercando te.
M. Quintana
Questa che state per leggere è una recensione al contrario di un libro al contrario, ma vediamo perché.
La recensione inizia dalla fine e cioè dai motivi per cui leggerlo e soprattutto la tipologia di lettori a cui è indirizzato: questo è davvero un libro per tutti, qualsiasi tipo di essere umano. Si può dire che non ci sia lettura più inclusiva di questa perché di errori si parla e da questo siamo tutti accomunati. Perché leggerlo? Perché questo è un libro che parla. Okay, va bene, tutti i libri ci parlano più o meno di noi, dei nostri sogni, delle aspettative deluse e di quelle realizzate ma questo libro parla dei nostri errori e del perché anche l’essere umano modello, il cittadino più zelante, perfino uno dei professori più acclamati dall’editoria, li abbia commessi e li commetta. E qui arriviamo al nocciolo della questione: un libro al contrario perché in queste pagine il Prof. Galiano fa quello che poche volte gli adulti e soprattutto gli insegnanti fanno: si rivela. Si rivela ai lettori, ai suoi studenti, ai colleghi, ai genitori e soprattutto a se stesso (o a sé stesso come preferisce lui). Lo fa con semplicità, partendo dal sé bambino di otto anni e analizzando le tipologie di sbagli commessi nella vita, andando a scavare nel “sottosuolo” dei ricordi da non condividere. I professori, specialmente, non lo fanno- potremmo dire che gli adulti in genere sono restii a farlo- perché noi siamo quelli che hanno le risposte, quelli che correggono gli altri, quelli che insegnano come si fa e come non si fa. In realtà non è affatto così e Galiano ci mostra come, quando abbiamo l’umiltà e soprattutto la forza di accollarci questa fatica del vivere, condividere gli errori, gettare la maschera può essere una liberazione ma anche una rivelazione per vivere meglio sia con noi sia con gli altri, per raggiungere obiettivi che ci precludevamo da soli.
Non voglio anticipare troppo, perché secondo me è davvero un libro che merita una lettura ma vi dirò che mi ha colpito molto la parte sull’ansia. Troppo spesso ormai, nella nostra società e di riflesso nelle nostre scuole, l’ansia ha conquistato il valore di status sociale insieme allo stress: adulti e meno adulti vivono perennemente in stati d’ansia e stressati dal lavoro, dalle relazioni. L’ansia viene diagnosticata dagli specialisti dei disturbi dell’apprendimento come un vero e proprio limite (sapete quante volte la diagnosi di uno specialista riposta la parola “ansietà”) come se fosse una situazione extra-ordinaria. Galiano, prendendo in prestito le parole di Kierkegaard: l’ansia è il sentimento degli uomini liberi e nasce dal non sapere quale sarà l’esisto di un evento e in che modo le nostre scelte lo condizioneranno. E qui mi riaggancio a quello che dico a chi mi pone di fronte alle proprie ansie: l’ansia è nostra amica se sappiamo gestirla perché può essere sia campanello d’allarme sia un impulso a fare del nostro meglio. Dobbiamo essere noi a gestirla e non farci gestire da lei. L’ansia è vertigine, quel senso di vuoto che ti prende di fronte all’infinito (o alle infinite possibilità) ma non è repulsione, semmai attrazione, come canta Lorenzo Jovanotti “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare, mi fido di te…”. Per cui fidatevi di me, leggete questo libro perché la perfezione non esiste e per imparare qualcosa in questo viaggio chiamato vita, non si può far altro che sbagliare. Sbagliare per imparare a reagire, a rialzarsi dopo una caduta, ad essere individui nonostante e non individui se, a vivere secondo l’hakuna matata ma non accontentarsi della propria confort zone. L’arte di sbagliare alla grande è il solo modo che l’essere umano ha per imparare a vivere.
Parola di Prof. Galiano.
Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano da te.
Alla fine troverai non chi stavi cercando, ma chi stava cercando te.
M. Quintana
Questa che state per leggere è una recensione al contrario di un libro al contrario, ma vediamo perché.
La recensione inizia dalla fine e cioè dai motivi per cui leggerlo e soprattutto la tipologia di lettori a cui è indirizzato: questo è davvero un libro per tutti, qualsiasi tipo di essere umano. Si può dire che non ci sia lettura più inclusiva di questa perché di errori si parla e da questo siamo tutti accomunati. Perché leggerlo? Perché questo è un libro che parla. Okay, va bene, tutti i libri ci parlano più o meno di noi, dei nostri sogni, delle aspettative deluse e di quelle realizzate ma questo libro parla dei nostri errori e del perché anche l’essere umano modello, il cittadino più zelante, perfino uno dei professori più acclamati dall’editoria, li abbia commessi e li commetta. E qui arriviamo al nocciolo della questione: un libro al contrario perché in queste pagine il Prof. Galiano fa quello che poche volte gli adulti e soprattutto gli insegnanti fanno: si rivela. Si rivela ai lettori, ai suoi studenti, ai colleghi, ai genitori e soprattutto a se stesso (o a sé stesso come preferisce lui). Lo fa con semplicità, partendo dal sé bambino di otto anni e analizzando le tipologie di sbagli commessi nella vita, andando a scavare nel “sottosuolo” dei ricordi da non condividere. I professori, specialmente, non lo fanno- potremmo dire che gli adulti in genere sono restii a farlo- perché noi siamo quelli che hanno le risposte, quelli che correggono gli altri, quelli che insegnano come si fa e come non si fa. In realtà non è affatto così e Galiano ci mostra come, quando abbiamo l’umiltà e soprattutto la forza di accollarci questa fatica del vivere, condividere gli errori, gettare la maschera può essere una liberazione ma anche una rivelazione per vivere meglio sia con noi sia con gli altri, per raggiungere obiettivi che ci precludevamo da soli.
Non voglio anticipare troppo, perché secondo me è davvero un libro che merita una lettura ma vi dirò che mi ha colpito molto la parte sull’ansia. Troppo spesso ormai, nella nostra società e di riflesso nelle nostre scuole, l’ansia ha conquistato il valore di status sociale insieme allo stress: adulti e meno adulti vivono perennemente in stati d’ansia e stressati dal lavoro, dalle relazioni. L’ansia viene diagnosticata dagli specialisti dei disturbi dell’apprendimento come un vero e proprio limite (sapete quante volte la diagnosi di uno specialista riposta la parola “ansietà”) come se fosse una situazione extra-ordinaria. Galiano, prendendo in prestito le parole di Kierkegaard: l’ansia è il sentimento degli uomini liberi e nasce dal non sapere quale sarà l’esisto di un evento e in che modo le nostre scelte lo condizioneranno. E qui mi riaggancio a quello che dico a chi mi pone di fronte alle proprie ansie: l’ansia è nostra amica se sappiamo gestirla perché può essere sia campanello d’allarme sia un impulso a fare del nostro meglio. Dobbiamo essere noi a gestirla e non farci gestire da lei. L’ansia è vertigine, quel senso di vuoto che ti prende di fronte all’infinito (o alle infinite possibilità) ma non è repulsione, semmai attrazione, come canta Lorenzo Jovanotti “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare, mi fido di te…”. Per cui fidatevi di me, leggete questo libro perché la perfezione non esiste e per imparare qualcosa in questo viaggio chiamato vita, non si può far altro che sbagliare. Sbagliare per imparare a reagire, a rialzarsi dopo una caduta, ad essere individui nonostante e non individui se, a vivere secondo l’hakuna matata ma non accontentarsi della propria confort zone. L’arte di sbagliare alla grande è il solo modo che l’essere umano ha per imparare a vivere.
Parola di Prof. Galiano.
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