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Prima di questo, non avevo mai letto niente della Yoshimoto, nonostante in libreria ne abbia un bel po’ e nonostante già da molto tempo volessi approcciarmi a questa autrice giapponese, siccome è una di quelle che più avevo sentito insieme a Murakami. Ho trovato lo stile molto simile a lui, ma più che a livello di scrittura, a livello di temi: il mondo onirico sembra far parte di molti autori giapponesi ed è per questo che mi attirano così tanto. Se in Murakami mi sono affacciata ad un onirico creato da scene molto, molto surreali (che amo comunque tantissimo), con la Yoshimoto, invece, mi sono ritrovata a fare i conti con un onirico diverso: in Amrita, ci si ritrova di fronte ad una vita spaccata a metà tra il prima e il dopo. La ragazza protagonista, infatti, parla di un’Amrita prima della caduta che le ha poi causato un’amnesia ed un’Amrita dopo la caduta, quasi fossero due personalità diverse: la ragazza che vediamo dopo, è una ragazza che inizialmente sembra prendere la vita con molta tristezza a causa delle sue dimenticanze; poi, però, comincia a vivere davvero. “Quando si ha qualcosa da perdere, si comincia ad avere paura. Ma la felicità è questo. Conoscere il valore di quello che possediamo. Io non ho provato la solitudine, la tristezza di vedere scomparire qualcuno che c’era da sempre. Perché non c’è mai stato niente e nessuno. […] Se lui mi venisse a mancare, per me sarebbero davvero guai. Non ho mai conosciuto questo dolore.” Se avete voglia di leggere un libro tranquillo, non è il libro per voi: qui si parla di perdite, di traumi, di persone che nella vita, purtroppo, hanno dovuto sacrificare molto. Diverse volte sono entrata molto in empatia con Amrita e le sue emozioni, soprattutto in questo ultimo periodo della mia vita, e mi è quasi sembrato di essere con un’amica. Il rapporto della ragazza con il fratello è uno dei più genuini di cui io abbia mai letto in vita mia e ho sempre voluto avere un rapporto così con un fratello, se lo avessi avuto.
Ho comprato il libro approfittando di un’offerta. Il pacco è arrivato in ottime condizioni e velocemente. La trama sembrava avvincente e all’inizio mi ha incuriosito ma più proseguivo la lettura più mi è sembrato che l’autrice si perdesse. Forse non l’ho letto nel momento giusto, peccato.
Che dire, Bello, intenso. Un libro dalle mille sfaccettature. Le prime pagine le ho divorate, sentivo di far parte del libro, della famiglia, ero lì con loro e percepivo tutte le emozioni espresse. Quella di Sakumi è una famiglia fuori dal comune, la madre, un'amica di vecchia data, una cugina universitaria, un fratellino con doti speciali e pochi amici. Sentivo la nostalgia del passato, un passato triste con la morte della sorella che fa da ombra nelle loro vite, il rimpianto, la solitudine, la malinconia. Ero con loro durante i viaggi in completa spensieratezza e felicità, quella felicità pure che si conosce solo in certi momenti della vita. Il bello dell'autrice è proprio questo, descrive la realtà così come è, descrive ciò che potrebbe succedere, senza se e ma. L'unica pecca, e solo perché non è il mio genere, il fattore paranormale lo avrei evitato. Ma nel complesso, anzi, completamente soddisfatta
Recensioni
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La recensione di Ibs
«Poiché non sono riuscita a scrivere questo romanzo come avrei voluto, sentivo di non amarlo. Eppure credo che forse mai più in tutta la mia vita potrò scrivere qualcosa con lo stesso abbandono, la stessa spontaneità.» (Postscriptum dell'autrice per l'edizione italiana)
Una giovane donna vive in una famiglia non facile, in un paese in trasformazione: un Giappone che ha perso parte della sua cultura tradizionale per assumerne una occidentale, alla quale è legato anche il modo di pensare e vivere. Sakumi è il suo nome e la sua esistenza si svolge nella routine quotidiana tra casa, lavoro, amici e famiglia. Quest'ultima è molto particolare formata, oltre che da Sakumi, dalla madre, un fratello, Yoshio, figlio di un altro padre, una cugina, Mikiko, che studia all'università e una presenza esterna: Junko un'amica della madre energica e piacevole. Tra Sakumi e Yoshio c'era Mayu, la sorella minore nata dallo stesso padre. Ma «aveva avuto problemi psicologici e se ne era andata con una morte che somigliava a un suicidio». Non emergono tuttavia grossi elementi di tragedia dal racconto. La scomparsa della sorella è via via inserita nelle pagine in forma di brevi ricordi della sua personalità, immagini e flash della sua presenza in passato al fianco della famiglia, ma sempre marginalmente, alla ricerca di una vita autonoma, eccezionale. Solo un po' di rimpianto per il non essersi interessata a sufficienza dei problemi di Mayu si percepisce tra le righe, e per aver avuto una storia con il ragazzo della sorella, uno scrittore, dopo la sua scomparsa. Una storia nata anche a causa di una perdita di memoria dovuta a un forte trauma cranico dopo una caduta, ma che avrà un importante seguito...
Sakumi, quasi a compensare la sua 'assenza' passata, si dedica spesso al fratellino, una persona speciale, dotata di poteri paranormali e, proprio per questo, ricca di problemi psicologici, tra cui la difficoltà di rapportarsi con gli altri coetanei e di inserirsi normalmente nel contesto scolastico e sociale. Il tutto aggravato dall'assenza di una figura paterna. Oltre a questi rapporti la vita di Sakumi è riempita dal lavoro, le amicizie, la piscina, lo shopping, la lettura... tutto ciò che compone la normale vita di una normale ragazza della sua età, con le cose che le piacciono, quelle che detesta, quelle che hanno formato i ventotto anni trascorsi dalla sua nascita e che hanno contribuito, giorno per giorno, a costruire la sua personalità.
In forma letteraria veloce, con grandi parti di dialogo e sintetiche descrizioni d'ambiente, la vita di Sakumi si dipana lungo le pagine di un romanzo di formazione, un lavoro di grande respiro. La scrittura è costruita con frasi brevi che creano una struttura sulla quale si fonda una letteratura intimista e impressionista. Una storia di piccoli e grandi fatti e di piccole e grandi tragedie, ma, come accade in fondo nell'esistenza di ognuno, «qualsiasi cosa succeda, la mia vita continua a scorrere senza che niente cambi, uguale a quella di sempre».
A cura di Wuz.it
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