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1914: attacco a Occidente
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1914: attacco a Occidente -  Gian Enrico Rusconi - copertina
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1914: attacco a Occidente

Descrizione


Era inevitabile la Grande Guerra? Dall'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo doveva necessariamente scaturire un conflitto mondiale? O si è trattato di una guerra "improbabile", scoppiata per una serie di malintesi e di errori di valutazione? Rusconi ricostruisce il febbrile lavorio politico-diplomatico del luglio 1914 e analizza le vicende belliche sino alla battaglia cruciale della Marna. Il conflitto si configura come una "guerra tedesca" per rompere l'accerchiamento di cui la Germania si sente vittima da parte dell'Intesa russo-francese e inglese. Ma la lotta per l'egemonia sul Continente assume i tratti di una "guerra di civiltà" all'interno dell'Occidente stesso. Gli effetti sono di lunga durata, anche in termini strategico-militari: il secondo conflitto mondiale inizierà infatti con l'attacco alla Francia nel 1940 inteso come replica e rivincita del 1914.
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Dettagli

2014
27 febbraio 2014
320 p., Rilegato
9788815250988
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Indice

Introduzione. Guerra tedesca e guerra di civiltà in Occidente
PARTE PRIMA
I. Dopo Sarajevo. Intese segrete, riti e pressioni diplomatiche
II. Chi decide a Berlino: il cancelliere o il capo di stato maggiore?
III. La Gran Bretagna tra soluzione negoziata della crisi e antagonismo anglo-tedesco
IV. La strategia di rischio del cancelliere Bethmann e il suo fallimento
Interludio. Equilibrio delle potenze, egemonia, rischio di guerra
PARTE SECONDA
V. La Marna. La battaglia che cambia la guerra
VI. La guerra programmata. Il piano Schlieffen e il suo mito
VII. Il «piano Moltke» tra realismo e pessimismo
VIII. La guerra dei professori e le «idee del 1914»
PARTE TERZA
«L'Italietta» che non era tale. Gli impegni verso la Triplice Alleanza
X. Quanto pesano la neutralità italiana e l'intervento
PARTE QUARTA
XI. La replica del 1939 e la sindrome del 1914
XII. «Blitzkrieg». Il piano Schlieffen reinventato e la débâcle francese
XIII. Perché «la lunga guerra tedesca» è fallita?
CONCLUSIONI
Una guerra che si poteva evitare?
La Germania cent'anni dopo
Note
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Giuseppe52
Recensioni: 5/5

È un testo estremamente valido, frutto di una trentennale ricerca dell'autore, che in questo volume rielabora le sue ricerche precedenti. Nel libro non si limita ad una sola analisi politica, ma correttamente coglie le implicazioni militari che spingono i contendenti a forzare le decisioni verso lo scatenamento del conflitto. Altrettanto valida è l'analisi del comportamento dell'Italia e delle ragioni che spinsero allora le nostre classi dirigenti alla “sciagurata” decisione dell'ingresso nella grande guerra. Ulteriormente illuminanti le pagine che raffrontano gli eventi militari e politici del '14 con la campagna di Francia di Hitler del 1940. Ultima osservazione leggendo il testo è evidente come l'autore respinga l'interpretazione dello scatenamento della prima guerra come un errore di calcolo delle cancellerie europee di allora. Ne consiglio vivamente la lettura. Giuseppe 52

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claudio
Recensioni: 5/5

Si poteva evitare la guerra? Si poteva sospenderla prima di Natale? Sono solo alcune delle domande che Rusconi fa in questo suo corposo lavoro. I colpevoli sono la Germania, l'Austria e la Russia, anche se tutti indicano la Germania come la principale responsabile. Interessante anche il parallelo con il 1939, con lo stesso attacco ad occidente.

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antonio
Recensioni: 4/5

E' un buon libro con alcuni difetti, tra i quali segnalo l'eccessiva ed inutile dilatazione di alcune sue parti. Fondamentalmente si parla di Germania, della Grande Guerra vista dal punto di vista tedesco e, in parte, della seconda guerra mondiale esaminata in ottica comparativa con la prima. L' attacco a Occidente del titolo sottintende forse la traccia più interessante del testo, che ha matrice culturale: la contrapposizione tra lo "spirito tedesco" e il "razionalismo occidentale". L' argomento e' trattato nel capitolo "le idee del 1914", interessante e di attualità per chi volesse familiarizzare con la diversità germanica. Meno interessanti i capitoli sull' Italia, sul ruolo avuto nella fase iniziale delle due guerre e sui presunti o veri tradimenti; tratti integralmente da lavori precedenti dell' autore, non aggiungono nulla e sottraggono unitarietà all'analisi principale. Rimane comunque un buon testo che offre interessanti coordinate storiche utili per orientarsi nel mistero e nel cuore tedesco.

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Gian Enrico Rusconi è professore emerito di Scienza politica presso l’Università di Torino, fellow del Wissenschaftskolleg di Berlino e nel 1997 ha vinto la Goethe-Medaille, assegnata dai Goethe-Institute tedeschi agli studiosi stranieri che hanno contribuito all’arricchimento dei rapporti tra la cultura tedesca e l’estero. Tra le sue opere ricordiamo: La crisi di Weimar (Einaudi, 1977); L’eredità di Weimar (Donzelli, 1999); e tra i titoli più recenti: Germania Italia Europa (Einaudi, 2003), Non abusare di Dio. Per un’etica laica (Rizzoli, 2007), L’azzardo del 1915. Come l’Italia decide la sua guerra (il Mulino, 2009), Berlino. La reinvenzione della Germania (Laterza, 2009), Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo...

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