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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 1995
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Montagna benigna vs montagna matrigna Conflitto: questi racconti mi hanno messa a disagio, ma mi sono anche piaciuti; mi hanno intristita, ma mi hanno anche sollevata con le loro brillanti chiusure. E' un'opera prima, ma già si nota la zampetta talentuosa dell'autore confermata successivamente; sono scritti bene, con cognizione di causa e con sentimento, ma? Ma è una montagna matrigna, aspra, cupa, crudele, desolata, violenta e tragica; una montagna come sfida, che risponde e rinforza i soliti stereotipi mortiferi che aleggiano sopra valli, boschi e guglie. In montagna si soffre, è vero; in montagna si muore, e anche questo è vero - come accade ovunque - però è anche vero che bisogna andarsela a cercare. Dicevano i vecchi: "Lauda la monti ma sta a val", se ci vai è a tuo rischio, pericolo e responsabilità; è la montagna che è assassina o sei tu che sei..? Ho vissuto e conosco bene tutte le atmosfere, i colori, i profumi, la luce, i rumori, la fatica, il freddo, la neve, il tepore, le facce e la magia evocati magnificamente dai racconti, ma la mia è una montagna benigna; una montagna che accoglie, che conforta, che protegge, che consola, che ti scalda il cuore. Aldo, nel suo modo di percepire la montagna, ha offerto comunque un passaggio notevole quando dice: "Come insegnare, a chi non lo sa, che la montagna punisce con la paura e premia con il sollievo? Come far comprendere che è così attraente proprio perché intimidisce? Come spiegare che pretende fatica, sottomissione, dolore e in cambio non offre nulla? E soprattutto, come convincere che, nonostante tutto questo, si tratta comunque di un contratto vantaggioso? [?] Aveva scoperto la montagna e la montagna aveva scoperto lui. Da quel giorno in poi sarebbe stato più grande, sarebbe stato più forte, sarebbe stato più solo." [L'avevo detto io che è forte nelle chiusure?]
Brevi racconti capaci di suscitare sensazioni intense. Un libro che riesce a trasferire le emozioni di un intimo "vissuto" con l'ambiente alpino senza forzare la "montagna" con il "gesto eroico" e la "tragedia di gruppo".
Storie brevi ma denso di significato. Alla fine di ogni racconto ti viene da piangere se non che terminata l'ultima pagina ti rendi conto di quanta tristezza circonda un certo "alpinismo".
Recensioni
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