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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2007
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Una riflessione che sprofonda negli abissi del sublime e ne riemerge con soddisfazione e divertimento. Si parla tanto dell'amore, proprio perché non lo si conosce. Süskind chiama in aiuto poeti, scrittori e filosofi per risolvere l'arcano: che cos'è l'amore ? "Alla fine l’amore è davvero solo una malattia, e neppure la più bella, bensì la più spaventosa che esista? Oppure è un veleno, ed è la quantità a decidere se sarà benefico o devastante? Aiuto, Socrate, aiuto!" Il mito della biga alata di Platone "inaspettatamente ci porta dal tema dell'amore a quello della morte." "Eros si getta tra le braccia di Thanatos". Non ci è difficile immaginarlo, altrimenti, come ci dice lo stesso Süskind, non potremmo commuoverci leggendo di Werter, Anna Karenina, Madame Bovary o Effi Briest. In copertina: "Lucretia" di Lucas Cranach, 1525. Gli artisti, soprattutto nella metà del 500, hanno dipinto Lucrezia come un'eroina, una donna orgogliosa, consapevole della propria morte. Figura perfetta per accompagnarci a queste riflessioni.
Originalità poca ma fa conoscere una parte di Platone e di Orfeo. La resurrezione di Lazzaro descritta con parole povere ma comprensibili per quanto riguarda l'episodio evangelico. Come sempre Suskind lascia segni arguti con il suo modo di scrivere.
Di originale c'è poco: la prima parte parafrasa Platone, la seconda ripercorre il mito di Orfeo con addentellati significativi all'episodio evangelico della resurrezione di Lazzaro. Il tono impertinente e arguto di Suskind è però irresistibile!
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