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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2021
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Quest'opera non è semplicemente l'autobiografia di una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico di tutti i tempi, è soprattutto un viaggio fantastico e illuminante, ma anche impegnativo, nell'inconscio di uno psicoterapeuta (quasi un mistico) cristiano del XX secolo. Lettura obbligata non solo per chi voglia conoscere C. G. Jung e il suo pensiero, ma per tutti quelli che s’interessano di psicologia del profondo. Estratto dal cap.11 (La vita dopo la morte):" La domanda decisiva per l’uomo è questa: è egli rivolto all’infinito, oppure no? Questo è il problema essenziale della sua vita…In un'epoca che tende esclusivamente e a ogni costo ad ampliare lo spazio vitale e ad accrescere la conoscenza razionale, è suprema esigenza essere coscienti della propria unicità e dei propri limiti. Unicità e limitazione sono sinonimi. Senza di essi non v'è percezione dell'illimitato e conseguentemente neppure presa di coscienza, ma soltanto l'illusione di identificarsi con esso, illusione che si manifesta nell'ebbrezza delle grandi cifre e del potere politico assoluto. La nostra età ha posto il più possibile l'accento sull'uomo in questo mondo, effettuando così una demonizzazione dell'uomo e del mondo. Il fenomeno dei dittatori, con tutte le sciagure che essi hanno provocato, scaturisce dal fatto che l'uomo è stato depauperato dell'altro mondo dalla miopia dei superintelligenti. Come questi è caduto preda dell'inconsapevole. Ma il compito dell'uomo è esattamente l'opposto: diventare cosciente di ciò che preme dall'interno, dall'inconscio, invece di rimanere inconsapevole, o di identificarsi con esso. In entrambi i casi viene meno al suo destino, che è quello di creare coscienza. Per quanto ci è dato conoscere, l'unico significato dell'esistenza umana è di accendere una luce nelle tenebre del puro essere. Si può benissimo supporre che, come l'inconscio agisce su di noi, così lo sviluppo della nostra coscienza agisce nell'inconscio."
Un grande psichiatra e scienziato. Un genio che ha fondato la psicoanalisi del profondo. Molte sono le innovazioni che distinguono Jung da Freud e che si possono trovare nel glossario, posto nelle ultime pagine del libro. Jung trovò in Freud un maestro e lo frequentò per un certo periodo. Nel 1909 si recarono assieme negli Stati Uniti per una serie di conferenze sui loro studi. Nel 1913 si ebbe la rottura del loro rapporto, rottura che maturò pian piano da parte di Jung e che gli costò molto malessere. Il punto di rottura riguardò la sessualità. Scrive Jung: "Dovunque si manifestasse un'espressione di spiritualità (nel senso intellettuale, non sovrannaturale) in una persona o in un'opera d'arte, egli diffidava e insinuava che si trattasse di sessualità rimossa". Per Jung, il considerare tutta la cultura come conseguenza di sessualità rimossa, era semplicemente una farsa. Ma ciò che fece arrabbiare Jung, fu quando Freud disse: "La teoria della sessualità è la cosa più importante al punto tale che dobbiamo farne un dogma, un incrollabile baluardo, contro la nera marea dell'occultismo".. Le parole "dogma", "marea nera" avevano allarmato Jung, perché un dogma si stabilisce solo quando si ha lo scopo di soffocare i dubbi una volta per sempre. E questo non ha che fare con il giudizio scientifico. E, poi, come mai Freud si sentiva "minacciato" dalla "nera marea di fango", proprio lui che aveva cercato di sondare quelle nere profondità?
Una lettura che tutti dovrebbero fare, nella strada verso la conoscenza del proprio sé più intimo.
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