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Anno edizione: 2025
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L’inizio di una nuova storia per l’autore del commissario Ricciardi
L’orologiaio di Brest è una vecchia foto dimenticata, rimasta fuori dall’album di famiglia, è il ricordo rimosso che riaffiora alla coscienza, la verità celata che sconvolge le vite rimettendole in prospettiva. Maurizio de Giovanni scrive il romanzo che non aveva mai scritto, una storia che interroga il rapporto tra colpa e innocenza, memoria e oblio, ma soprattutto che indaga il più indecifrabile dei legami: quello tra padri e figli.
«Perché se ti strappano l’esistenza quando ancora non sei nemmeno nata, il sangue non si asciuga. Non si asciuga mai.»
«Perché se la narrativa ha il compito di produrre incertezza, questo romanzo a me ha fatto esattamente questo effetto. Vediamo se lo fa anche a voi.» - La Lettura
«De Giovanni elabora in una nuova consapevolezza i temi trainanti della sua pagina. L'ossessione del passato, l'ansia della memoria, il dolore che lacera i giorni, la verità da far riemergere dalle nebbie per provare a sbrogliare il groviglio problematico di una stagione della vicenda nazionale nella quale speranze, intrighi, illusioni, crimini, utopie e misfatti hanno prodotto effetti profondi sui piani della Storia collettiva e della vita individuale.» - Il Mattino
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Nel “L’orologiaio di Brest” lo scrittore indossa il camice e i microstrumenti di un abile orafo; chino sul banco di lavoro, cesella con la sapienza e maestria di un artigiano di rara valenza un racconto delizioso. Nel quale fatti e personaggi si armonizzano, scorrono e si sincronizzano come in un antico e prezioso meccanismo di fine orologeria, che detta i tempi delle plurime vicende narrate. Una storia che scorre fluida su piani logici e consequenziali, coincidenti e concomitanti con gli stati d’animo dei protagonisti, in tal modo l’autore assume a protagonista il tempo, l’attuale, e i tempi, quelli trascorsi. Delinea davanti agli occhi del suo lettore una sorta di cold case, una indagine condotta dai protagonisti principali su un’epoca passata, una delle più tragiche vissute dalla repubblica, che venne denominata in seguito come quella degli “anni di piombo”. Maurizio De Giovanni di questo racconta nel suo libro, delle scelte di quei tempi, dall’una e dall’altra parte, nel bene e nel male, lo scrittore discetta sul valore delle scelte che si compiono nel corso dell’umana esistenza. Scelte che incidono nel presente dei due giovani protagonisti, essi sono il risultato delle oscure scelte di vita dei propri genitori, sono alla ricerca della Verità. La Verità è qualcosa di essenziale per un animo Buono e Giusto, è la radice, l’origine stessa delle cose, l’altro nome del Bene. Solo che dietro ed al di sopra di ogni scontro, ogni guerra, ogni terrorismo, sussiste un Potere Occulto, crudele, diabolico, una vecchia serpe antica come il mondo, che muove le singole pedine sul campo di battaglia, stringendole tra le sue spire a loro stessa insaputa, perché permanga uno status quo di detenzione del Potere Assoluto nelle mani di pochi mefistofelici eletti. Un ingranaggio demoniaco, da combattere e da detestare: che ha i suoi punti di usura, scegliendo su quale agire, lo si blocca o lo si riavvia. Secondo come si vuole agire: come sempre, è una questione di scelte.
Era già successo con il precedente romanzo di De Giovanni, "Il pappagallo muto": per conoscere la fine bisogna aspettare che esca un altro libro, e nel frattempo avremo dimenticato il filo della vicenda. Non si fa così.
Con una storia completamente nuova torna Maurizio De Giovanni con L’Orologiaio di Brest, un noir italiano originale, dalla trama fitta, avvincente e all’ottimo ritmo narrativo. Un libro che racconta anni di Italia complicati e controversi, la storia di una passione proibita ed impossibile, la ricerca di una verità messa a tacere da ambienti oscuri ed insospettabili. De Giovanni con questo libro si affranca da una sua ultima produzione, a mio giudizio, più stanca ed appannata offrendo una storia incalzante, che vive un crescendo importante, che stuzzica ed attrae l’attenzione del lettore. La malinconia, la spietatezza, la tenerezza, l’oscuro tramare sono i tratti distintivi di questa storia che chiaramente non ha un finale, non termina qui.
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