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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Due cammini paralleli che si intrecciano fino a completarsi, un’unica storia sulla forza radicale del venire al mondo, sul legame inestinguibile dei sentimenti più istintivi, sulla possibilità di nascere ancora, nascendo madre, ogni volta che in qualche modo lo si diventa o si torna a esserlo.
Rosa ha quarantadue anni, un compagno che la ama, un carattere testardo e vulnerabile fatto di paure dissimulate e incrollabili volontà, di solitudine e selvatico coraggio. Rosa, che non parla più con sua madre da anni, ora madre sta per diventare lei, e, con la certezza di voler essere diversa da quella figura tanto fredda e incostante che l’ha segnata nel profondo, scruta con amore il calore che porta dentro per indovinare cosa sarà di lei. Agata è poco più che una ragazzina, un corpo acerbo, un carattere incompiuto, l’arrendevolezza alla vita di chi ancora non sa cosa farne. È così che sposa Saverio, credendo che non esista alternativa a ciò che il destino ha apparecchiato per lei, pure se innamorarsi doveva essere altra cosa, pure se aspetta un figlio senza davvero sapere perché, semmai lo ha voluto davvero. Rosa e Agata non potrebbero essere più diverse, ma vivono entrambe in un corpo che dopo aver confidato loro il più potente dei segreti non potrà più tornare indietro, accompagnandole oltre una soglia che le cambierà per sempre. Due cammini paralleli che si intrecciano fino a completarsi, un’unica storia sulla forza radicale del venire al mondo, sul legame inestinguibile dei sentimenti più istintivi, sulla possibilità di nascere ancora, nascendo madre, ogni volta che in qualche modo lo si diventa o si torna a esserlo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Agata e Rosa sono le protagoniste di due storie apparentemente distanti per età, ambiente, situazione familiare ma che hanno in comune quel 'primo dolore', quello della nascita che ti cambia la vita, della paura che ti assale, della forza che non credevi di avere, del dopo tutto da costruire. È un dolore sordo quello dell'abbandono, lancinante quello della perdita. Il ricordo di ciò che è stato, il desiderio di capire il perché tutto è successo, la fatica di andare oltre per perdonare e perdonarsi, per esserci quando il cerchio si chiude, per stringersi la mano, per guardarsi con occhi diversi....finalmente. Romanzo che accompagna il lettore verso l'epilogo attraverso il racconto delle due protagoniste per le quali Saverio e Andrea, i due uomini che vivono accanto a loro, assumono valenza e presenza totalmente diverse. Un percorso lungo per dare un senso al 'primo dolore', per riannodare il filo rosso della vita, ben rappresentato dall'immagine di copertina.
Leggere "Il primo dolore" di Melissa Panarello (La Nave di Teseo) è stata un'esperienza particolare. Nei nostri romanzi, usciti nello stesso anno, abbiamo trattato un tema simile, addirittura con la stessa costruzione della storia: due donne diverse le cui vite parallele finiscono per impattare. È stato molto costruttivo vedere come un'altra scrittrice ha affrontato la stessa storia, tra l'altro una scrittrice che stimo e di cui ho letto tutti i romanzi. Melissa, come me, alterna le storie delle due protagoniste per farci capire le loro vite fino al momento dell'incontro, ma le due storie vivono su piani temporali diversi che arriveranno a coincidere solo alla fine. Inoltre, sceglie di parlare in prima persona di Rosa e in terza di Agata e io, che credo molto nelle coincidenze e nei disegni delle stelle, ci ho visto come una piccola profezia, un'aderenza tra scrittore e personaggio. Una sensazione che mi è piaciuta molto. Ne "Il primo dolore" più che la maternità e la scelta di essere madre, il tema principale è proprio "la madre", che tra l'altro è ricorrente in molti suoi lavori. Melissa ha la capacità di raccontare "la madre" a tutto tondo, descrivendone quindi la potenza, ma anche le ombre, compiendo un'azione di smitizzazione che conduce alla nascita di una nuova figura, una nuova definizione di madre che ha un odore inconfondibile, quasi primordiale: "mia madre odora di pelle", è così che scrive, perché in fondo il ciclo madre/figlia è solo tornare all'origine di quello che siamo. Dentro a "Il primo dolore" si avverte la grande capacità dell'autrice di scandagliare; da tutti i suoi libri emerge un certo tipo di sensibilità in grado di raggiungere i punti più profondi. È stato una bellissima lettura, un viaggio, e lo consiglio.
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