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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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Per chi ama viaggiare, Rumiz è una garanzia. Per chi ama sognare, Rumiz non tradisce mai. Sono sei i lunghi viaggi contenuti in questo libro: Trieste-Vienna in bici; Trieste-Kiev in treno; Il Danubio su chiatta; Regioni adriatiche in auto; Il profondo Nordest in bici. Il mio preferito? Quello effettuato assieme al figlio, dal quello che fu il porto dell'Impero degli Asburgo sino alla capitale austriaca.
Se si parla d'Oriente, immaginiamo soltanto l'estrema Asia, non accorgendoci che l'Oriente ha già inizio molto più vicino a noi, anche nei Balcani È Oriente, o almeno loro sono verso Est rispetto a noi. Che poi Est e Oriente sono sinonimi, allora perché immaginiamo l'oriente della Cina e del Giappone e affibbiamo Est all'oriente europeo. Est sembra prendere una definizione diversa, e da sinonimo si trasforma quasi in dispregiativo. Ma è questo l'Oriente che ci mostra Rumiz in questa raccolta antologica. E lo fa viaggiando nei modi meno convenzionali dalla bicicletta, ai treni, ai battelli. Paesaggi e storia dai finestrini, scorci e storie dalle persone incontrate nel viaggio, vento in faccia e riflessioni tra le curve vertiginose con la bicicletta, fatemorgane eppure anche le storie più truci son tutte vere. Alla fine del libro l'oriente non è mai stato così vicino. Basta allungare uno sguardo per accorgersi che È Oriente.
L’autore, viandante errabondo, ci racconta il “suo” Oriente macinando chilometri, in treno, su una chiatta, in bicicletta. Non disdegna l’auto, ma solo “in solitaria”. Sceglie di andare e di vedere secondo ritmi, passi, credenze che hanno poco a che fare con la velocità, e con la nevrosi della meta. I suoi sono tragitti, tratte, fiumi che portano verso un Oriente che comincia “dopo Mestre”, che contamina tutto l’Adriatico, da Chioggia al Salento, un Oriente che, dalla Slovenia all’Ucraina, si stende lento e maestoso, nel fragore muto di imperi caduti. L’autore osserva, annota, schizza. Nel suo taccuino entrano paesaggi, rumori, sapori, personaggi di un Oriente ormai parte del nostro mondo, della nostra cultura, del nostro equilibrio.
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