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Avevo sentito di questa storia e quindi ho comprato il libro, ben fatto dettagliato. Manca la certezza di cosa sia successo, ma chiarisce molto
Unione Sovietica inverno 1959. Nove studenti universitari partono per una spedizione sul versante orientale delle montagne degli Urali. La meta è la vetta del monte Otorten, che nella lingua della locale tribù dei Mansi vuol dire Non andateci. Un nome un monito. La spedizione scompare nel nulla e solo alcuni giorni dopo i soccorritori individueranno i corpi dei ragazzi. Raccontata così sembrerebbe una normale disgrazia, ma le circostanze del loro ritrovamento sono alquanto sospette. I cadaveri presentano strane ferite, fratture e sono sommariamente vestiti. Sembra che qualcuno o qualcosa li abbia spinti a lasciare di corsa la tenda senza dargli tempo di coprirsi in modo adeguato. Eppure, non sembrano morti a causa del freddo, sembrano altre le possibili cause che le indagini ufficiali condotte in modo superficiale, inesperto e con interferenze esterne, non sapranno spiegare. Alla fine, si dirà che gli studenti sono deceduti a causa di una ‘forza travolgente’, ma siamo in Unione Sovietica, negli anni della Guerra Fredda e per di più in una zona militarmente strategica. È inevitabile che la storia appassioni la popolazione dell'intero paese e si formulino le più disparate ipotesi senza trovarne una più convincente delle altre. Alla fine, assieme ai corpi viene sepolta la verità e per molto tempo dell'incidente si evita di parlarne apertamente, di mettere in discussione la versione ufficiale. Questo fino alla fine dell'URSS, fino a quando Svetlana Oss, giornalista e scrittrice russa, viene a conoscenza di alcune fondamentali informazioni sulla tragedia e decide quindi di scrivere un pezzo per un giornale russo in lingua inglese, The Moscow Times. L'articolo porta il caso all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e favorisce la realizzazione di libri, documentari televisivi e persino di un film. Ma anche Svetlana è interessata alla storia e decide di informarsi. Si reca così a Ekaterinburg dove parla con le persone coinvolte nella prima indagine ufficiale e con Yur
Buon libro..abbastanza dettagliato anche se sinceramente in alcuni punti si poteva fare più..Personalmente ho letto più libri sull’argomento, e di questo ne consiglio la lettura per avere un ulteriore quadro in merito...però ripeto si poteva fare di più...voto 6
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