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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2013
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Un'autentica meraviglia, il libro per antonomasia, una storia che parla di grande compassione, di grandi miserie e di grandissime passioni e meschinità; d'amore e odio, d'affetto infinito, di giustizia e ingiustizia. Un romanzo in cui si affrescano quasi trent'anni di storia, dalla Rivoluzione francese, a Waterloo fino ad arrivare agli anni '30 del XIX secolo, disquisendo di ogni genere di argomento, a volte uscendo un po' troppo dal seminato. Come, per esempio quando si parla in difesa del gergo o si disquisisce di escrementi umani e cloache. Ecco, forse allora un po' mi perdevo, ma poi ritornavo alla storia principale, e allora non potevo far altro che innamorarmi ancora una volta del personaggio di Jean Valjean.
Appena finito questo libro, per fare mente locale sul pensiero che di esso mi sono fatto, mi è istintivamente venuta in mente l'immagine di un albero. Questo libro è un albero. Un albero con radici ben salde, un tronco imponente e miliardi di rami che si estendono in altezza e in larghezza e si intersecano tra di loro creando legami fittissimi. Inevitabilmente in 1500 pagine ci sono parti un po' meno vive e interessanti ma ho amato la storia di quest'uomo, Jean Valjean, del suo amore, del suo temperamento, del suo cambiamento, e quasi tutti gli altri personaggi che la mole delle pagine ti aiuta a conoscere quasi fossero tuoi amici. La cosa che mi è dispiaciuta maggiormente, è l'assenza di un personaggio femminile forte. Cosette è angelica e ingenua, a volte sembra quasi stupida; la Thenardier è una gigantessa cattiva e senza cervello che fa tutto quello che vuole il marito; forse l'unica personalità femminile che effettivamente cresce insieme alla storia è quella di Eponine, una piacevole sorpresa. Un bellissimo classico, anche se a volte si dilunga veramente tanto, immancabile nella libreria di chiunque.
Di questo libro ho amato più di tutto la descrizione dell’animo umano e di tutti i sentimenti che lo possono attraversare. La costruzione dei personaggi è magistrale anche se sono personaggi assoluti, che non si piegano al compromesso e non deviano dalla loro strada, dediti completamente o solo al bene o solo al male, cosa che a volte non mi ha soddisfatto completamente poiché la trovo una caratteristica poco realistica anche se necessaria per costruire personaggi ‘grandiosi’. La trama è quella del romanzo di avventura, ricca di colpi di scena, incontri miracolosi e fughe rocambolesche, tiene il lettore incollato alle pagine, a patto che non si cerchi un certo realismo in quello che viene narrato. A bilanciare la velocità delle vicende occorse ai personaggi, gli ‘stop’ dettati dalle celebri digressioni di Hugo, che dice la sua un po’ su tutto, dalla battaglia di Waterloo, alla condizione dei carcerati, dagli ordini monastici alla rete fognaria parigina. Nonostante la loro, a volte eccessiva, lunghezza ho comunque apprezzato questi interventi dell’autore in quanto aiutano a comprendere e ad approfondire alcuni temi dibattuti all’epoca (ma anche oggi). Ho trovato I Miserabili una bella lettura, ricca di spunti di riflessione e soprattutto attuale, che può ancora dire qualcosa al lettore contemporaneo.
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