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Malina - Ingeborg Bachmann,Maria Grazia Manucci - ebook
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Descrizione


"Malina" si presenta come la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio. Due vertici del triangolo sono qui, di fatto, la stessa persona: ciascuna è il Doppio dell’altra; quanto all’assassinio, non lascia nessuna traccia e avviene in circostanze che nessun romanzo poliziesco ammetterà mai. La scena è a Vienna, oggi: rapide deviazioni nel tempo e nello spazio ci mostrano le ultime reliquie della squisita Austria aristocratica o i foschi sfondi della Vienna del dopoguerra, dedita a un mercato nero generalizzato, alla pratica della «prostituzione universale». Della narratrice si sa, indirettamente, che scrive; l’uomo che è il suo Doppio, Malina, e che vive silenziosamente con lei, è anch’egli scrittore, ma, «per potersi mimetizzare», lavora al Museo dell’Esercito, il luogo che condensa la passata gloria dell’Impero; Ivan, l’altro uomo, è invece impiegato in un «istituto per affari di estrema necessità»: beffardo verso ogni pretesa intellettuale, è oggetto per la narratrice di una passione di là da ogni ragione, che non potrà mai essere ricambiata. La narrazione ci conduce, da una prima parte che sembra volerci raccontare l’amore felice fra la narratrice e Ivan, attraverso la seconda, che ci getta in una sequenza di sogni dominati dalla presenza ossessiva di un Padre – che, innanzitutto, è la misteriosa Potenza che uccide, che violenta ciò che esiste –, sino alla parte finale, dove assistiamo alla disintegrazione dell’io della narratrice, stretta in un confronto mortale col suo Doppio, Malina, la cui figura oscura e lucida si staglia sempre più netta in dialoghi estenuanti «sulle cose ultime». Composto come una partitura, leggibile sui più diversi piani, immediato e insieme carico di riferimenti nascosti, agilissimo e quasi temerario nel toccare anche l’attualità più intrattabile o la più proibita realtà dei sentimenti, scritto in uno stile capace di estendersi da una fluida liricità alla cruda registrazione dell’accadere, questo romanzo dell’ultima «nipote» di Hofmannsthal e di Musil riesce in ciò che molti hanno provato e che rare volte non è fallito: narrare una storia che ha la massima concretezza, dove tutto è controllabile come in una cronaca di fatti, facendola però coincidere con un delirio segreto, che appartiene a un’altra realtà, con una favola nera che nessun mondo visibile potrebbe ospitare. Finché da ultimo i due livelli sembrano saldarsi, e solo un impercettibile scarto è la spia di quella terribile compressione di eventi visibili e invisibili a cui il romanzo ci ha fatto assistere. Questo libro, che si era avviato quasi come un romanzo d’amore, si rivela alla fine innanzitutto come la dimostrazione di una morte – e apre un grande ciclo romanzesco, cui la Bachmann lavorò per molti anni e rimase incompiuto: "Cause di morte". "Malina" è apparso per la prima volta nel 1971.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
297 p.
Reflowable
9788845980015

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
Recensioni: 5/5

Per niente semplice nell'andamento delle pagine, altalenante, irregolare, impreciso, ma un libro alla fine di una forza sconvolgente. Come in un'irrequietudine stilistica forse riflesso di quella interna, un sovrapporsi di registri lontani e insieme legati si danno il cambio nel ventre della storia, da uno schema teatrale alla favola pura, da un tema d'amore scavato con mani di tradizione all'improvvisa comparsa di una nota musicale a stringere in un commento forse l'impossibilita' della parola. Opera complessa, articolata, ma di fascino indiscutibile. L'agire, l'essere agiti, la rassegnazione agli eventi, alle fatalita' che disarmano, in un terzetto che si snoda via via come spogliandosi della propria stessa voce. Uno sparire pian piano fra le crepe del se', un dissolversi sotto gli incastri di un Io (narratore senza none della storia) e i suoi tanti livelli di sconforto, di verita', di alienazione. Saggio di introspezione raffinato quanto ostico in certe amare feritoie, ma opera di una sensibilita' stritolante, confessione e nudita' totali. Una donna chiamata da due uomini, due coscienze di se stessa, due spigoli della stessa frattura, dove ogni uscita infine non puo' che essere un gemito di gioia appena germogliato, una carezza in un riflesso mancato, un sogno, null'altro. A tratti irrespirabile come una crisi di nervo, a tratti luminosissimo come una passione esaudita. Spirito meraviglioso Ingeborg, da scoprire e adorare comunque.

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rainbow
Recensioni: 2/5

E’ uno di quei libri di cui si sente che sono grandi, e che sono scritti da una grandissima. Però, devo essere sincero, io non sono riuscito ad appassionarmi, l’ho concluso solo per sfida verso me stesso, mi ha stancato e, confesso quello che forse è un mio grosso limite, l’ho capito poco. Giornate di noia e di stenti.

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Conosci l'autore

Ingeborg Bachmann

1926, Klagenfurt

Ingeborg Bachmann, nota anche come Ruth Keller, è stata una poetessa, scrittrice e giornalista austriaca.È grazie alla poesia che Bachmann inizia a scrivere. Alla parola Bachmann chiede di essere “libera, chiara, bella”, alla parola si affida per essere salvata. Per la scrittrice la poesia, come del resto la letteratura, deve perseguire il vero, usare il linguaggio in modo responsabileDi Ingeborg Bachmann (1926-1973) Adelphi ha pubblicato Malina (1973), Tre sentieri per il lago (1980), II trentesimo anno (1985), Il caso Franza - Requiem per Fanny Goldmann (1988), Il buon Dio di Manhattan - Un negozio di sogni - Le cicale (1991), Il dicibile e l'indicibile (1998) e Il libro Franza (2009). Diario di guerra è apparso postumo in Germania nel 2010 e viene pubblicato...

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