(New York 1905-75) saggista e critico letterario statunitense. Redattore della «Partisan Review», subì inizialmente il fascino delle teorie del new criticism, delle quali la «Kenyon Review», da lui fondata insieme a J.C. Ransom e F.O. Matthiessen, fu tra le espressioni più raffinate. Ma, come M. Arnold, al quale dedicò un lungo saggio, Matthew Arnold (1939, nt), T. volse presto la sua attenzione ai fenomeni psicologici, sociologici, culturali che circoscrivono e condizionano l’opera d’arte. In questo senso si muovono i suoi saggi più noti: L’immaginazione liberale (The liberal imagination, 1950); L’opposizione dell’io (The opposing self, 1955; questi ultimi riuniti nel volume La letteratura e le idee); Al di là della cultura (Beyond culture, 1965). Il breve studio Freud e la crisi della nostra cultura (Freud and the crisis of our culture, 1955, nt) è una penetrante testimonianza del suo interesse per la psicoanalisi, mentre il suo unico romanzo, Crisi (In the middle of the journey, 1947), traccia con impietosa esattezza la parabola politica dell’intellettuale americano, diviso, dopo il 1945, tra marxismo e liberalismo, costretto a tradire una parte di sé.