(Somersby, Lincolnshire, 1809 - Aldworth, Surrey, 1892) poeta inglese. Figlio di un parroco anglicano (un uomo colto ed eccentrico, dal quale ricevette gran parte della sua istruzione), cominciò a scrivere versi giovanissimo. La sua vocazione poetica trovò conferma durante gli studi presso il Trinity College di Cambridge (1828-31): qui fece parte della Società degli Apostoli, un cenacolo caratterizzato da vivacissimi interessi intellettuali e politici, e strinse amicizia col coetaneo A.H. Hallam. Nel 1830 pubblicò la raccolta Poesie, soprattutto liriche (Poems, chiefly lyrical) e, nel 1832, una seconda raccolta, che comprendeva fra l’altro alcune poesie destinate a grande celebrità, come La signora di Shalott (The lady of Shalott) e I mangiatori di loto (The lotos-eaters). La morte improvvisa di Hallam, nel 1833, rappresentò un evento capitale nella vita di T. e accentuò la sua tendenza al pessimismo e al dubbio. Per circa dieci anni rinunciò a pubblicare quanto andava scrivendo: questo periodo di apparente silenzio formò definitivamente la sua poetica. La raccolta in due volumi intitolata Poesie (Poems, 1842), che lo rivelò al vasto pubblico, comprendeva, oltre a componimenti anteriori notevolmente rielaborati, alcune tra le sue opere più significative: la Morte d’Arthur, Ulisse, Locksey Hall. Nel 1847 pubblicò il poemetto narrativo La principessa (The princess), racconto fiabesco in versi che mette in burla l’emancipazione femminile, e nel 1850 la sua opera maggiore, In memoriam, ispirata alla morte dell’amico. Nello stesso anno si sposò con Emily Sellwood ed ebbe l’ambito titolo di poeta laureato. Sebbene dal 1853 si fosse ritirato a vivere nell’isola di Wight, rimase una figura pubblica di grande rilievo, e nel 1883 ebbe il titolo di pari. La sua attività letteraria fu instancabile: del 1852 è l’Ode in morte del duca di Wellington (Ode on the death of the duke of Wellington), del 1855 Maud e altre poesie (Maud and other poems), del 1859 gli Idilli del re (Idylls of the king); tra il 1875 e il 1879 scrisse anche tre drammi storici: La regina Maria (Queen Mary), Harold e Beckett.T. è il poeta più rappresentativo dell’epoca vittoriana, di cui espresse con ricchezza di toni e acutezza di visione la fiducia nei valori riconosciuti ma anche gli intimi conflitti, le tensioni e le lacerazioni. Caratteristico è il suo sforzo di conciliare istanze diverse e contraddittorie come quelle della fede, dell’umanismo e della conoscenza scientifica della natura. La poesia di T., pur raggiungendo una squisita perfezione formale, manca forse del vigore drammatico che contraddistingue, per esempio, quella del suo contemporaneo R. Browning; ma è soprattutto notevole per la maestria nel suscitare uno stato d’animo o creare un’atmosfera con la melodiosa musicalità del verso. Con l’inizio del Novecento la fama di T. andò declinando, anche perché, nel frattempo, era diventata impopolare l’ideologia conservatrice sottesa a molte sue opere. La critica più recente tende invece a considerare la sua figura di bardo vittoriano con maggiore obiettività, e nel riconoscere la grazia elegiaca e la sorprendente qualità evocativa del linguaggio di T., sottolinea l’interesse sempre attuale e il fascino sicuro di alcune sue poesie, come l’elegia funebre In memoriam, dove il poeta tenta di sublimare e racchiudere in una visione consolatoria le contraddizioni del suo tempo.