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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2013
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Lavorare stanca è un laboratorio nel quale Pavese ha cominciato a praticare la sua attività di narratore. Il lavoro sulla lingua, sui personaggi, sulle atmosfere. Quando ero giovane, mi sembrava un laboratorio fecondo e necessario, ma ora mi pare un esercizio da nulla, dove la poesia non trova posto. Peraltro, i quasi 100 anni trascorsi svuotano di contemporaneità questo lavoro, che diventa ora anche difficile da collocare da qualche parte. Pavese è stato certamente un infaticabile lavoratore della cultura, ma la sua ossessione di "valere alla penna" difficilmente si affranca dallo sforzo volontaristico. Leggere queste pagine oggi, ora che tutto l'impalcato ideologico di quegli anni è solo storia, svilisce davvero lo sforzo. dell' autore che sulla poesia-racconto aveva anche abbozzato una sorta di poetica invero assai fragile.
Libro molto sopravvalutato. La scrittura di Pavese svuota e deprime. Uno stile difficile da definire; purtroppo mi viene un aggettivo che può sembrare offensivo ma rende l'idea: onanistico. Scusa Cesare, ti ho digerito male all'università.
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