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Satira del suo tempo a piccole dosi. E' il 2008 e ci si fa qualche risata con la regolarità della Marcuzzi, l'allarmismo geofisico facile, il Cialis, i costumi e la politica del periodo. Sufficiente per il suo genere, ma niente di esaltante.
Ascoltare la Littizzetto in TV è un'altra cosa rispetto a leggere un suo libro, anche se comico. Sicuramente ha un modo di scrivere scorrevole e senza freni su argomenti di attualità di qualsiasi tipo. Tra le righe della comicità vi è sempre presente la critica alla società. Però l'ho trovato un po' ripetitivo.
voto 5 perché questo libro è stato esattamente quello che mi aspettavo: un vassoio di pasticcini, da gustare uno ogni tanto, o anche due (o tre, o quattro...) di seguito, che mettono il buonumore. che consolazione sapere che le ferite lasciate dal cerchietto dietro le orecchie, o l'odio per i camerini dei negozi (minuscoli e con la luce al neon), sono mali condivisi! e poi, "il fascino è come la perdita del termosifone, che non sai da dove viene, non sai dove batte, ma fradicia tutto": definizione (quasi) seria, e perfetta.
Recensioni
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Descriverlo sarebbe riduttivo, il nuovo libro di Luciana Littizzetto bisogna assolutamente averlo fra le mani. La mattina, quando si rimane schiacciati sull'autobus e la tensione sale fino alle stelle, o la sera, quando al telegiornale fanno vedere le scene più raccapriccianti in Tv. È un libro necessario, a meno che non vogliate rimanere sopraffatti dalle amarezze quotidiane. Lei, la "Litti", la conosciamo bene ormai, i suoi siparietti settimanali con Fabio Fazio a Che tempo che fa sono diventati un appuntamento imperdibile per molti telespettatori, e conosciamo anche il suo modo, tutto particolare, di leggere le notizie di attualità: uno sguardo disincantato, irriverente, scevro da qualunque freno, condizionamento o falso pudore, capace di cogliere il senso latente dei messaggi che i media ci lanciano, capace di scovare gli aspetti più comici anche dove nessuno oserebbe arrivare.
In questo esilarante libro Luciana Littizzetto commenta un intero anno di politica, di cronaca e ovviamente di costume. Dall'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca, alla scoperta del Viagra di nuova generazione, senza rinunciare alle divagazioni sul mondo della pubblicità e sui personaggi che hanno spopolato sui media nazionali e internazionali. Niente sfugge alla lente deformante del Littizzetto pensiero. Un esempio? Lei la legge finanziaria la vede così: "Che finanziaria. Scoppiettante, proprio. E tira e molla, e molla e tira, e metti il bollo, e togli il bollo… Politici? Volete sapere cosa hanno capito in media gli italiani di tutte le vostre tasse e mica tasse? Se tu fermi uno per la strada e gli chiedi cosa ha capito della finanziaria, quello è facile che ti risponda che i suv pagheranno la tassa di successione, agli allevatori che hanno più di 130 cavalli verrà applicata una supertassa e ci saranno incentivi UE per tutte le famiglie che hanno un capofamiglia che va a metano".
Tutto terribilmente divertente, grottesco… e verosimile. La Littizzetto illumina con le sue irriverenti disamine, le nostre menti obnubilate, offrendoci la chiave di lettura, critica e disincantata, tipica delle vecchie massaie di una volta, senza mai rinunciare agli affondi e alle sferzate contro il potere di cui si nutre la tradizione satirica nostrana. Ce n'è per tutti i palati, anche per noi, lettori e librai, leggere per credere:
"Adesso vi dico cosa mi ha portato Babbo Natale: due libri d'arte. I libri d'arte sono quei libroni enormi che si regalano quando non sai cosa regalare. Oppure quando uno dice: - Tanto ha già tutto – Infatti. Ha già tutto, non gli manca certo una muraglia cinese del genere. No, perché ti arrivano a casa 'ste tavelle da muratore, 'sti libri enormi che sembrano editi da Polifemo, volumi grandi come chiatte che non sai dove mettere… non esistono scaffali per contenerli, perché non sono libri, sono laterizi. Dovrebbero regalarti anche una libreria allegata. Poi, per farli pesare di più, gli fanno le copertine in ardesia e le pagine enormi che per sfogliarle devi procurarti un argano. Se ti cade uno di quei libri di punta sul piede ti maciulla l'alluce…".
Noi, ovviamente, le librerie non le alleghiamo, ma se avete voglia di regalare un bel libro…
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