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Il catalogo - in cui figurano saggi di Giordana Mariani Canova, Enrico Peverada, Paola di Pietro Lombardi, Anna Maria Visser Travagli, Massimo Medica, Federica Toniolo, Andrea De Marchi, Daniele Benati, Berenice Giovannucci Vigi, J.J.G. Alexander, Grazia Agostini - è la ponderosa controparte della ricca mostra tenutasi a Palazzo Schifanoia di Ferrara dal primo marzo allo scorso fine maggio, il cui progetto e coordinamento scientifico spetta a Giordana Mariani Canova. Il crescente interesse verso l'arte miniatoria ci ha ormai abituati alla presenza di mostre e cataloghi sempre più fitta sul tema: fra questi l'iniziativa spicca nel panorama italiano per la sua particolare importanza non solo perché dedicata alla scuola miniatoria forse più ricca e originale del Rinascimento, ma anche per il rigore critico. Catalogo e mostra scaturiscono infatti, come sempre più raramente succede, da quasi un decennio di studi serrati che ha condotto alla realizzazione di un evento esemplare per ricchezza di opere e organizzazione dei materiali. La scientificità del lavoro emerge chiaramente dal catalogo, che rimarrà senza dubbio un punto di riferimento importante per chi nei prossimi anni vorrà dedicarsi allo studio della miniatura ferrarese. Il volume si apre con un ampio saggio introduttivo di Giordana Mariani Canova che rinuncia alle note di apparato e fornisce una esaustiva panoramica sull'evoluzione della miniatura ferrarese nel corso di Quattro e Cinquecento. Mariani Canova ripercorre inoltre la fortuna critica degli studi sulla miniatura ferrarese in Italia, che, dopo un brillante avvio a inizio secolo e un periodo di stasi, è ultimamente tornata al centro dei dibattiti storico-artistici. Quale punto di forza deve segnalarsi la meritoria edizione in lingua italiana, corredata da aggiornate note di apparato, dell'unico ampio studio d'insieme dedicato all'argomento, scritto dallo studioso tedesco Alexander nel lontano 1990 e sinora mai tradotto nella nostra lingua. Il risveglio di interesse per una fiorente e fondamentale stagione artistica del nostro Rinascimento vede anche la nascita dei primi studi monografici sui suoi protagonisti, come quello di Giordana Mariani Canova dedicato al miniatore umanista Guglielmo Girardi, attivo a Ferrara per più di un quarantennio presso i duchi estensi e i più importanti ordini religiosi. Interessante anche il contributo di Paola Di Pietro Lombardi che dà conto delle vicende storiche legate alla dispersione della biblioteca estense e che rende comprensibile il progetto ambizioso della mostra, in cui si è riunita la maggior parte dei codici che prima della dispersione del 1598 e della diaspora proseguita sino al secolo scorso componevano la straordinaria biblioteca dei duchi ferraresi. Nella seconda parte il catalogo ordina per committenti i codici miniati da Leonello d'Este ad Alfon- Un altro aspetto davvero lodevole del catalogo è inoltre la volontà degli studiosi di analizzare le vicende della miniatura in stretta connessione con quelle della pittura, sia nei saggi sia nelle schede. In catalogo, così come in mostra, i codici vengono infatti affiancati a interessanti confronti con alcuni tra i più significativi pezzi della produzione pittorica del Quattrocento ferrarese, allo scopo di mettere in luce in quale misura pittura e miniatura si andassero influenzando a vicenda. A conferma dell'osmosi fra le due tecniche si segnala, tra le novità più significative scaturite da questi studi, la ricostruzione, avanzata con nuova forza, di un corpus miniatorio per il protagonista della prima stagione pittorica ferrarese, il pittore Cosmè Tura, che si rivela straordinario inventore anche nel piccolo formato. Per la prima volta viene inoltre attribuito a Bartolomeo degli Erri, che finora si credeva attivo solo in pittura, un codice miniato. Importante è anche la conferma della presenza di Girolamo da Cremona in alcuni fogli della Bibbia di Borso. Si colma così un vuoto sulla formazione di questo artista di cui finora era nota solo la produzione matura nel lontano ambito senese. Purtroppo la qualità editoriale delle riproduzioni non è all'altez-
recensioni di Galli, L. L'Indice del 1999, n. 01
so I, ordinamento che corrisponde alle sezioni della mostra. Il doppio registro consente di seguire in parallelo la storia del gusto e della cultura figurativa così come si rivela nella storia della miniatura. Dalla fase umanistica innescatasi grazie agli artisti chiamati a Ferrara da Leonello (Jacopo Bellini, Pisanello, Piero della Francesca) e sviluppatasi in miniatura con Taddeo Crivelli, si giunge alla nascita di una pittura rinascimentale locale, cui Cosmè Tura conferisce un'identità ben definita: allo stile monumentale si adegua la scuola miniatoria, che ha il suo campione in Guglielmo Girardi. L'ultima fase della miniatura ferrarese va mutando in seguito all'avvento di Ercole de Roberti e per l'influenza della miniatura lombarda: ne scaturiscono straordinari codici di stile protoclassico, come il Breviario di Ercole I miniato da Matteo da Milano.
za di quella scientifica; ciò appare
incredibile considerando che quest'anno lo stesso editore ha egregiamente riprodotto in facsimile la Bibbia di Borso, l'impresa più splendida e imponente mai commissionata dal casato estense.
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