Impostare una ricerca archeologica sul territorio di Forenza (Pz) è risultato da sempre un'operazione urgente e prioritaria per comprendere e delineare i tratti essenziali delle società storiche che si sono evolute in rapporto ad un ambiente che, da tempi remotissimi, disponeva di tutte le premesse per favorire uno sviluppo socio-economico competitivo delle società protostoriche dell'Italia. Basterebbe questa semplice premessa per comprendere quanto sia gravosa l'assenza della ricerca archeologica in un ambito territoriale che ha in sé grandi possibilità di restituire quei dati qualitativamente utili alla ricostruzione storica. Sembra subire un torto più grande la storia di Forenza, quando, nella metà degli anni Ottanta, venne " battezzata" la Forentum-Lavello, in un celebre convegno, tenutosi a Lavello e presieduto dall'allora Soprintendente alla Archeologia della Basilicata Angelo Bottini. In effetti questo avvenimento ha smosso alcune coscienze di certi studiosi locali e ha contribuito a riaccendere l'interesse per l'indagine storica nel territorio forenzese; di fronte due mondi e due saperi a contendersi la palma assoluta dell'attendibilità scientifica, quello storico-archeologica e quello storicoletteraria. Questa dicotomia sembra essere il riflesso di un'epoca: l'indagine storica soffriva ancora la distanza esistente tra i differenti campi del sapere, mancava la collaborazione e il lavoro d'équipe. Nelle acquisizioni storiche, se le fonti letterarie vanno riconfermate dai dati archeologici, bisogna aggiungere che miserrima appare quell'archeologia, che da una parte si proclama banditrice di scientificità, mentre, dall'altra, antepone il dato interpretativo all'epistemologia; e la Soprintendenza 9 Archeologica della Basilicata di questa colpa si è macchiata: aver tentato in modo estenuante, attraverso decenni di pubblicazioni, di utilizzare un dato erroneo, derivato da un'imprecisa lettura dell'ormai noto testo epigrafico pubblicato da M. Torelli nel 1969 1 , per ricavarne un dato della geografia storica, ancor oggi per niente chiarito: l'individuazione di Forentum nel territorio di Lavello. Il peso del confronto che questo dato epigrafico deve reggere nei confronti di una ricca letteratura, orientata ad ubicare Forentum nel territorio di Forenza, è insostenibile. Questo lavoro pertanto non è tanto finalizzato specificatamente a localizzare la Forentum antica nell'area in cui ricade l'attuale comune di Forenza, quanto dare un primo passo per realizzare strategie d'indagine che questo territorio attende. Per impostare la ricerca seguente nel comune di Forenza, mi è apparso d'obbligo introdurre una breve trattazione della storia antica del comprensorio del Vulture-Alto Bradano, allo scopo di delineare i caratteri comuni e peculiari delle società storiche che hanno condiviso il medesimo territorio e che hanno riprodotto il medesimo apparato ideologico attraverso i sistemi di auto-rappresentazione in loro possesso. L'immagine di queste società sono desumibili attraverso i corredi funerari. Troppo scarse sono ancora le conoscenze in nostro possesso sugli abitati. Fare interagire le diverse discipline che possano contribuire alla ricostruzione storica, ci metterebbero di fronte a nuove discussioni e a nuove problematiche, svelandoci molte volte nuove strade che conducono spesso a risultati inaspettati; si pensi ai dati dell'antropologia fisica che la Cipolloni Sampò 2 ha spesso messo in relazione con i dati archeologici della cultura materiale, raggiungendo risultati ammirevoli per la ricostruzione delle società passate.
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