Attore statunitense. Si forgia all'Actor's Studio e poi sui palcoscenici di Broadway e sui set televisivi. Debutta sul grande schermo a trentaquattro anni in Fronte del porto (1954) di E. Kazan per poi passare al più impegnativo ruolo di uno dei giudici popolari in La parola ai giurati (1957) di S. Lumet. Con il suo fisico tarchiato e la placida faccia da uomo qualunque, si specializza in ruoli di poliziotto, tra i quali spicca quello del detective Arbogast, accoltellato in cima alle scale da A. Perkins/Norman Bates in Psyco (1960) di A. Hitchcock. Seguono decine di film in cui B., pur non protagonista, lascia sempre un segno, da Colazione da Tiffany (1961) di B. Edwards a Tutti gli uomini del presidente (1976) di A.J. Pakula. In Italia si fa apprezzare tra gli altri da L. Comencini (Tutti a casa, 1960), da D. Damiani, che lo dirige in un paio di polizieschi di buona fattura, e D. Argento (Due occhi diabolici, 1990). Vince anche un Oscar nel 1965, come attore non protagonista in L'incredibile Murray di F. Coe, paradossalmente uno dei suoi film meno noti.