La crisi economico-finanziaria che monopolizza i dibattiti pubblici e le conversazioni private non rappresenta l'origine, bensì "il risultato del fallimento del programma neoliberista e della resistenza che la figura soggettiva da questi promossa ha incontrato". La forza di attrazione del capitale non può più reggersi sulla promessa del "tutti azionisti", "tutti proprietari", "tutti imprenditori", poiché tali modelli di soggettività si sono ormai dissolti nell'assai meno allettante "tutti debitori". È infatti nella relazione creditore-debitore che Lazzarato identifica il rapporto di potere specifico della finanza, in grado di superare le distinzioni lavoratori/disoccupati, consumatori/produttori, privato/pubblico attraverso la valorizzazione dell'opposizione tra proprietari (di capitale) e non proprietari. Persino chi è troppo povero per avere accesso al credito ha un debito (pubblico) da rimborsare e "persino i paesi che sono troppo poveri per dotarsi di uno Stato sociale devono rimborsare i loro debiti". Inoltre, il debito travalica i confini temporali dell'esistenza umana e condiziona la vita delle generazioni future, configurandosi così come una sorta di "peccato originale che ci viene trasmesso alla nascita". Il carattere universale del rapporto creditore-debitore non implica affatto un livellamento delle disuguaglianze ma, al contrario, una loro esasperazione, poiché gli stati scaricano sugli individui i costi e i rischi legati alle catastrofi finanziarie. Le narrazioni epiche costruite intorno alla libertà, all'innovazione e alla creatività dell'imprenditore hanno lasciato il posto all'imperativo del "farsi carico di tutto ciò che le imprese e lo Stato sociale 'esternalizzano' verso la società, dunque anzitutto del debito" sulla base del noto "There Is No Alternative". Per comprendere i meccanismi di sfruttamento e dominio sviluppati dall'economia del debito, Lazzarato prende le mosse dall'Anti-Edipo (1972) di Deleuze e Guattari, le cui analisi a partire dalla Genealogia della morale di Nietzsche e dalla teoria marxiana della moneta consentono di individuare il paradigma sociale nella relazione creditore-debitore e di sottolinearne il carattere soggettivo. L'archetipo sociale risulta fondato sull'asimmetria del debito (non sull'uguaglianza dello scambio); mentre il rapporto creditore-debitore si presenta come indissociabile dal processo di produzione della soggettività indebitata e della sua "moralità" (solvibilità) o "immoralità" (insolvibilità). Il debito si configura così come uno strumento di controllo sociale in quanto consente ai creditori di disporre in anticipo del tempo e delle azioni dei debitori, subordinando le loro possibilità di esistenza e di scelta all'imperativo del pagamento degli interessi. Per scardinare questo sistema di sfruttamento globale, Lazzarato esorta i consumatori o cittadini indebitati a rifiutare l'ipotesi della loro colpevolezza e a battersi per la cancellazione del debito, riconoscendo nel rapporto creditore-debitore non soltanto un problema economico, ma anzitutto un dispositivo di potere. Al fine di avviare un processo di liberazione dal ricatto del debito infinito, diventa inoltre necessario contrastare la progressiva trasformazione dei diritti sociali ("universali e automatici poiché riconosciuti socialmente e politicamente") in debiti, da rimborsare con denaro oppure come nel caso dei sussidi di disoccupazione con un "lavoro su di sé" teso a produrre la soggettività, lo stile di vita e la "moralità" dell'uomo indebitato. Arianna Lovera
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