Oggi il pluralismo religioso è una realtà mondiale e globalizzata; non esistono più religioni esotiche, estranee, lontane, pur avendo radici e maggioranze demografiche; è sempre più un fattore sociale e persino politico, anche dopo ateologie, ateismi e secolarizzazioni, soprattutto in un Occidente tanto plurale quanto eterogeneo. L'attuale contesto di relazioni nelle società multiculturali e multireligiose è afflitto da controversie politiche, economiche e accademiche, scontri e incomprensioni; in tutti questi contesti esistono molteplici ostacoli alla comprensione reciproca, e questo contesto è servito come motivo, criterio e origine per la legittimazione di azioni politiche, guerre e, solo in rare occasioni, dialogo. Non è più possibile limitarsi a dicotomie come Est-Ovest, Chiesa cattolica-extra ecclesia, Islam-Cristianesimo, "Asse del male" e "Asse del bene", anche se tali posizioni intellettuali e accademiche sono accettabili; non è più possibile, come proposizione preliminare, pensare che i problemi che si verificano nell'Occidente unificato siano politici e quelli dell'Oriente delimitato siano religiosi; in effetti, le religioni e le loro istituzioni sono più che blocchi e sono meglio comprese come un mosaico. Si cercherà quindi di presentare una panoramica degli incroci attraverso i quali le tre comunità passano come esperienze religiose e comunità politiche a partire dai loro Testi Sacri, dai teologi e dai pensatori tradizionali e moderni di ciascuna tradizione; perché noi ricercatori delle religioni a volte non conosciamo i linguaggi, la storia e le ragioni che hanno portato le loro comunità a plasmare religione e politica nel corso dei secoli. [1] Nel mondo accademico, la difesa, la critica insostenibile e l'apologia sono segni di parzialità, ma la loro assenza non indica necessariamente neutralità; le opinioni, le versioni e gli studi di qualsiasi tipo includono una tendenza tenue, a volte molto sottile, a giudicare a partire da concezioni acquisite, costruite o imposte; eluderle è solo un passo, perché la parte critica deve venire con la conoscenza dall'interno, senza che sia una condizione per essere all'interno. Non è quindi necessario essere e appartenere per essere critici o per smettere di esserlo. In ogni opinione, versione e prospettiva sul presente c'è un grado di certezza intrinseca che va oltre i limiti della volontà personale, della capacità intellettuale e del mondo accademico, cioè ciò che si dice è molto vero, soprattutto quando l'oggetto di studio è lontano ed estraneo; in ogni caso il mondo accademico e quello personale devono essere riuniti coerentemente in uno sforzo intellettuale. Ogni generalizzazione della religione è un abuso del termine religione, secoli di storia, milioni di credenti in tutti i continenti e molteplici culture tanto dissimili quanto sconosciute a molti di noi. Questo percorso comparativo non intende riprendere tutte le riflessioni bibliche, teologiche e storiche del Nuovo Testamento, dei Santi Padri della Chiesa, dei Concili ecumenici, degli eretici, degli scismatici, dei teologi della Scolastica, della Riforma protestante, della Controriforma cattolica o della teologia della liberazione latinoamericana, tra le tante, poiché ognuna ha i suoi contributi, le sue novità e le sue divergenze; E, a sua volta, non cerca di coprire le varie scuole di legge islamica (madhab), le ideologie politiche, nazionaliste o secolariste dagli inizi dell'Islam fino ai giorni nostri, che sono tanto varie quanto particolari. La religione non è un soggetto e quindi non agisce, quindi le religioni non dialogano, non fanno guerre, non uccidono esseri umani; ma gli esseri umani muoiono per
Leggi di più
Leggi di meno