(Parigi 1901 - Créteil, Parigi, 1976) scrittore francese. Appassionato di archeologia, studente alla Scuola di lingue orientali, pubblicò il suo primo libro nel 1921: Lune di carta (Lunes en papier, nt), viaggio fantastico tra misteriosi oggetti quotidiani, ispirato alla poetica del cubismo. Dopo una missione archeologica in Estremo Oriente, si recò in Indocina e poi, nel 1925, in Cina, dove partecipò agli avvenimenti che sfociarono nella guerra civile del 1927-28. Dalle esperienze di quegli anni nacquero tre delle sue opere principali: il saggio La tentazione dell’Occidente (La tentation de l’Occident, 1926) e due romanzi che lo resero famoso: I conquistatori (Les conquérants, 1928), sullo sfondo della lotta antibritannica a Hong Kong, e La condizione umana (La condition humaine, 1933), ambientato nella Shanghai del 1928, durante la lotta tra i comunisti cinesi e i seguaci di Chiang Kai-shek. Motivo comune ai due romanzi è l’affermazione che la libertà umana può esprimersi unicamente nell’azione individuale: ne deriva un’estetica del mistero e dell’eterno, che privilegia la sensibilità artistica sulle diverse forme della sopravvivenza degli uomini. A questo clima intellettuale è riconducibile anche il romanzo La via dei re (La voie royale, 1930), ambientato in Indocina.Nel 1935 M. si recò in Germania assieme ad A. Gide, schierandosi a favore del dirigente comunista G. Dimitrov imputato dell’incendio del Reichstag. Da lì ricavò il racconto Il tempo del disprezzo (Le temps du mépris, 1935), ambientato nella Germania nazista. Nel 1936 si arruolò nelle brigate internazionali a fianco dei repubblicani spagnoli e rimase ferito nel 1937, anno in cui vide la luce il romanzo La speranza (L’espoir), dedicato agli avvenimenti spagnoli. Chiamato alle armi nel 1940, cadde prigioniero dei tedeschi, ma fu liberato poco dopo da un commando partigiano. Successivamente fu a capo della brigata Alsazia-Lorena; era conosciuto nella resistenza come il «colonnello Berger». Le vicende della guerra e della resistenza gli ispirarono il romanzo I noci dell’Altenburg (Les noyers de l’Altenburg, 1943), primo di un ciclo rimasto incompiuto. Aderì poi al gollismo e fu ministro dell’informazione nel governo provvisorio del 1945-46.Nel dopoguerra si dedicò alla politica e a studi di estetica e filosofia dell’arte: Le voci del silenzio (Les voix du silence, 1951), Il museo immaginario della scultura mondiale (Le musée imaginaire de la sculpture mondiale, 1952-54), La metamorfosi degli dei (La métamorphose des dieux, 1957). Col ritorno di De Gaulle al potere, fu nominato ministro della cultura. Pubblicò nel 1967 un’opera autobiografica, Antimémorie (Antimémoires) in cui si esprime compiutamente la sua concezione del mondo, basata su una ricerca dell’assoluto che si accompagna all’ossessione della morte.