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Dura solo un attimo, la gloria. La mia vita
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Dura solo un attimo, la gloria. La mia vita - Dino Zoff - ebook
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Informazioni del regalo

Descrizione


«Ho giocato a calcio per quarant'anni, di cui undici di fila, senza riposarmi mai, nemmeno per una domenica, nemmeno con la febbre e con gli acciacchi. Quarant'anni trascorsi con la faccia affondata nell'erba, o nel fango, o sulle righe di gesso dell'area di rigore, con gente pronta a staccarti la testa pur di arrivare un secondo prima di te su una palla. Qualche volta ho perso, più spesso ho vinto, ma questo non è così importante. Mi hanno chiamato mito, monumento, leggenda. Le mie mani sono finite in un francobollo commemorativo firmato da Guttuso. Ho giocato a scopone con Sandro Pertini, scherzato con Karol Wojtyla, viaggiato con Gheddafi, mi sono confidato con Gianni Agnelli. Ho conosciuto ladri, poeti, eroi, capi di stato, bancarottieri, alcolisti. E oggi, dopo tutto questo, posso dire che aveva ragione nonna Adelaide, friulana dura come il mogano ma dolcissima: "È passato Napoleone che aveva gli speroni d'oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto". Tutto cominciò proprio con lei, a pensarci bene. In un pomeriggio qualunque di sessant'anni fa, a Mariano. Collezionavo foto sbiadite di portieri, strappate dai pochi giornali che arrivavano in paese, e sognavo di diventarlo anch'io. Ma ero mingherlino, crescevo poco, e per questo mi faceva mangiare uova ogni giorno. Poi quel pomeriggio si mise a giocare con me: tirava le prugne in aria e io dovevo prenderle al volo. Era un gioco per modo di dire: nelle case dei contadini, il cibo non si spreca, mai. Quindi, se volevo continuare a giocare con lei, dovevo prenderle tutte. Iniziò così. E arrivò tutto il resto. Il pallone vero, l'Udinese, il Mantova, il Napoli, la Juventus. I momenti belli e i momenti brutti. I campioni visti da vicino, gente geniale, dal talento divino, Sivori, Pelé, Altafini. E poi ancora la panchina da allenatore, la Nazionale in ogni sua forma. Le coppe, i fischi, i record. Ma, soprattutto, sono arrivati gli uomini veri, quelli dritti e silenziosi come mio padre. Gaetano ed Enzo, Scirea e Bearzot, amici, fratelli, esempi. Persone devote alla cultura del lavoro, della serietà, consapevoli anche loro che tutto passa, tranne la soddisfazione e la serenità di chi ha fatto il proprio dovere, fino in fondo. È a quegli uomini e all'intelligenza dei loro silenzi che penso ancora oggi, settant'anni e cento mestieri dopo. Succede ogni giorno, all'improvviso, quando al circolo, al golf, o al parco con i miei nipoti, mi capita di sentire il profumo dell'erba. Allora non riesco a domare un brivido, una nostalgia bellissima, istintiva. E mi dico che sì, aveva ragione mia nonna, la gloria dura un attimo solo. Ma certi attimi, se li sai coltivare, possono durare una vita intera.»
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
172 p.
Reflowable
9788852055324

Valutazioni e recensioni

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zombie49
Recensioni: 3/5

Dino Zoff, mitico portiere della Juventus e della Nazionale, nasce nel 1942 a Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia da una famiglia contadina. Dal padre, ruvido e silenzioso friulano, eredita il carattere scontroso e riservato e la passione per il lavoro. Sono gli anni duri del dopoguerra, Dino e la sorella Ameris stanno soprattutto con la nonna, severa e giusta, che inventa x lui un gioco originale: deve prendere al volo le prugne che lei gli lancia, ma tutte, perché non si devono sprecare. Il calcio non era, come oggi, un’ambizione dei genitori, ma un sogno per i bambini, che potevano giocare solo dopo lo studio o il lavoro. L’esordio in serie A, con l’Udinese, è con un’umiliante sconfitta. A Udine non ha grande fortuna, ma arriva la chiamata a Mantova. E’ la città dove incontra la moglie Anna e raggiunge la fama; poi va a Napoli e Torino, nella Juventus. Racconta piccoli aneddoti: la sua amicizia con Omar Sivori e l’antipatia per il rivale Albertosi, la tragedia della morte di Gaetano Scirea, le telefonate di Gianni Agnelli. La vittoria ai Mondiali del 1982 in Spagna con i complimenti di Sandro Pertini è stata la più grande soddisfazione della sua lunga carriera. Tutti ricordano la coppa alzata fra le sue mani. Nel libro Zoff parla del ruolo così particolare del portiere con lo stesso entusiasmo con cui da ragazzino si piazzava tra i pali di un campetto fangoso. E’ un’autobiografia sincera, quasi compiaciuta: Dino è coerente con se stesso, parla delle cose di cui va fiero, anche se molti non le condividono, come il controllo delle emozioni, la suddivisione dei ruoli nel matrimonio, lo scarso legame con le città in cui ha giocato. Lui si sente friulano, poco importa se a Mantova, Napoli o Torino. Come Ibrahimovic, è un duro dalla volontà di ferro, ma non va mai sopra le righe. Forse da questa biografia Zoff non è molto simpatico, per l’ossessione per una disciplina quasi militare, per l’assoluto perfezionismo, ma è un grande del calcio.

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Claudio S.
Recensioni: 5/5

Grazie Dino!

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Maurino
Recensioni: 5/5

Ancora una volta...grazie Dino. Sono nato nel 1973 mi ricordo la finale del 82 come se fosse ieri, grazie al libro ho rivissuto una parte e bellissimi ricordi della mia adolescenza. Bello il ricordo di Scirea, mio idolo da allora tanto che io ho voluto la maglia numero 7 (tutti i miei amici avevano o il 20 di rossi o il 16 di conti)...ma io ero lungimirante e sapevo che lui era l uomo migliore, e Dino ogni volta che ti vedo in TV o su un giornale sorrido perché nel mio immaginario sei solo tra i pali che appoggi il bracio al legno, corrughi la fronte e con la bocca aperta scruti dagli occhi piccoli,... per chi si intende poco di calcio ma molto di uomini veri comprate il libro é una piccola lezione di vita.

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La recensione di IBS

Questa non è una biografia tradizionale, ma una piccola storia d'Italia narrata dal punto di vista unico di un monumento allo sport, Dino Zoff, un "italiano asburgico", taciturno e profondo, che ha attraversato mezzo secolo, incarnandone la voglia di farcela (anni '70 e '80), poi ponendosi come punto di riferimento mentre tutto vacillava ('90 e 2000), e, infine, osservando da lontano il crepuscolo di un'epoca che sembrava d'oro. Nelle sue parole, solitamente poche e scabre, si alternano personaggi di primo piano e fugaci comparse, eroi invincibili e uomini pavidi, protagonisti, più o meno consapevoli, della grande trasformazione sociale italiana. Sull'eterno sfondo verde di campi di calcio più o meno gremiti, vediamo così agitarsi i personaggi più vari. C'è Gianni Agnelli, cui è costretto a mentire quando all'alba, prima che lui si fosse alzato, lo chiamava al telefono: ""Che tempo fa, lì da voi, Zoff?", "Sereno variabile, Avvocato". Mica potevo dirgli che non avevo ancora aperto le finestre". C'è Luca Cordero di Montezemolo, la sua impreparazione e la sua smania di novità, che lo licenzia dalla "sua" Juventus. C'è Silvio Berlusconi e le sue accuse d'indegnità dopo gli Europei del 2000, alle quali Zoff reagì dando le dimissioni. Ma, soprattutto, c'è il costante pensiero, carico di tenerezza e nostalgia, ma anche di ammirazione, per gli uomini silenziosi che hanno caratterizzato la sua storia, i custodi di quella dote preziosa che caratterizza tutte le persone migliori...

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Conosci l'autore

Dino Zoff

1942, Mariano del Friuli

Dino Zoff è dirigente sportivo, ex allenatore di calcio ed ex portiere italiano. È stato campione europeo nel 1968, campione mondiale nel 1982 e vice-campione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana, che ha anche allenato dal 1998 al 2000.Del 2014 è Dura solo un attimo, la gloria. La mia vita (Mondadori).

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