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Ho trovato il libro un po' noioso e ripetitivo, e il finale buttato giù un po' troppo in fretta. Resta comunque l'importante testimonianza di una madre single in America, alle prese con la difficoltà di vivere coi bassi stipendi di lavoratrice poco qualificata e coi magri introiti del welfare USA. Onestamente mi piacque di più il libro-inchiesta della Ehrenreich, che pubblico' oltre 20 anni fa e che ha scritto la prefazione di questo.
Fa riflettere, apre gli occhi su situazioni con cui conviviano senza accorgercene nemmeno. Ho visto solo in parte la serie netflix ma mi pare che questa sia solo lontanamente ispirata al romanzo. Una madre, una giovane donna invisibile ai più ma con una forza d’animo che può solo ispirare gli altri
Mi mancano due pagine per terminare di leggere il libro, e intanto ho visto anche la serie da cui è tratta "Maid" e consiglio almeno la lettura del testo. Stephanie è una donna forte che deve farci riflette riguardo le scelte di vita che è stata costretta a prendere. Le fatiche per sostenere la piccola figlia e se stessa, in un'America che non perdona gli esseri più deboli, ci dimostrano che non ci sono agevolazioni per chi si ritrova a essere povero e che ritrovarsi per strada è facilissimo. Ma la protagonista ce la farà e alla fine di "Maid" mi sono commossa... forse per questo aspetto di finire il libro...
La vicenda di una donna delle pulizie che sfugge dalla sua esistenza quotidiana attraverso la scrittura mi ha avvinto fin dalla prima pagina. Ho ammirato Stephanie ed il suo raccontare degli americani sovraccarichi di lavoro delle loro vite quotidiane. Credo che sia un'ottima idea regalo.
Il titolo italiano suona più spietato del “Maid” originale. La prefazione chiarisce che “cameriera” è “un termine gentile, che profuma di vassoi del tè, di divise inamidate”, mentre “il mondo delle donne delle pulizie è incrostato di sudiciume” o peggio, e l’autrice nel raccontare quel periodo della propria vita non ci risparmia il peggio. Ma in mezzo allo "sporco degli altri” questo libro, oltre ad un finale di riscatto sociale e al piacere estetico della copertina, offre un'altro conforto: un ritratto delle persone attraverso gli occhi della “donna delle pulizie”. Quella che per loro è una figura sfocata o invisibile si preoccupa per le loro vite come se fossero familiari o amici, augura loro ogni bene e, pensando per un po’ alle loro vite può finalmente dimenticarsi della propria.
Trattandosi di un'autobiografia, a colpire maggiormente sono le innumerevoli difficoltà che Stephanie si è trovata a fronteggiare, spesso da sola. Le vicende che la vedono protagonista offrono anche un'ottima rappresentazione della società americana, del mondo dell'assistenza pubblica e delle dinamiche lavorative delle persone costrette a vivere sulla soglia della povertà. Non è comunque una storia triste, e lascia il lettore con l'idea che, quantomeno nella società statunitense, ci si possa davvero riscattare, cambiando le proprie sorti. Unica pecca: talvolta è un po' ripetitivo; ma trattandosi di un'autobiografia, che vuole essere il più possibile fedele alla realtà, forse questo è un piccolo prezzo da pagare.
Si tratta di uno spaccato autobiografico in cui l'autrice racconta alcuni anni duri della propria vita. Rimasta sola con una bambina piccola e quasi senza soldi, si vede costretta a ricorre agli aiuti statali e a lavorare come donna delle pulizie con una paga molto bassa. Nonostante le difficoltà, il lavoro duro e i problemi personali la Land riesce a rimettersi a studiare, laureandosi, e a trovare un futuro migliore per se stessa e sua figlia. Lo stile non è degno di nota, la storia non si può giudicare in quanto vita vissuta, tuttavia la morale è prettamente americana (la necessità di ascensione socio-economica) e anche un po' ipocrita: senza denaro non si va da nessuna parte e i lavori umili è meglio siano limitati nel tempo in quanto sostanzialmente degradanti. Un plauso all'autrice per avere raggiunto in ogni caso i suoi obiettivi.
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