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Il crepuscolo dei filosofi. Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer, Nietzsche - Giovanni Papini - copertina
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Il crepuscolo dei filosofi. Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer, Nietzsche
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Il crepuscolo dei filosofi. Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer, Nietzsche - Giovanni Papini - copertina

Descrizione


Scritto nel 1906, "Il crepuscolo dei filosofi" è un processo alla filosofia e alle maggiori figure del pensiero ottocentesco: Papini traccia profili di Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer e Nietzsche e tratta in chiave parodistica le loro "tre o quattro idee". Accusati di irrigidire in schemi e categorie astratte la realtà e la natura, i filosofi dell'Assoluto "sono da gettare via come carogne". Il primo libro di Papini non è solo un saggio "pragmatista" contro la Verità con la V maiuscola, la speculazione astratta, il dogmatismo, l'irrazionalità della ragione, ma un invito ad accettare la profonda contraddittorietà dell'esistente. "Licenziare la filosofia" vuol dire perciò agire, entrare spavaldamente nella vita, nella moltitudine, nel divenire, nel paradosso, mentre il mondo dell'unità assoluta, disegnato dai filosofi, non è che "il regno della calma, del riposo, dell'immobilità, della morte". Introduzione di Paolo Casini.
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Dettagli

GOG
2018
11 luglio 2018
159 p., Brossura
9788885788091

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u53r69
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Borges giudicava Papini uno dei suoi autori di riferimento, e riteneva che fosse stato ingiustamente condannato alla "damnatio memoriae". Come non essere d'accordo? Non sono né un grande conoscitore né un amante del 900 italiano, ma Papini merita davvero, e questa sua opera giovanile, un libello di un centinaio di pagine, è carico di tutto il furore giovanile che guidava l'autore nella stesura del testo. È un testo dissacrante, che fa nomi e cognomi, e che ad ogni capitolo smembra un filosofo e la su dottrina, e, come uno scienziato, da molti casi particolari trae conclusioni generali: le dottrine filosofiche non sono altro che il riflesso della psicologia dei filosofi e della loro esperienza biografica ("riduttivismo psicologico" lo definiscono alcuni), e dunque la filosofia deve essere "licenziata", parafrasando l'ultimo capitolo del libro, e relegata o a semplice genere letterario o trasformata in "Teoria dell'azione", sulla falsa riga del pragmatismo di James. È un'opera "ineguale, parziale, senza scrupoli, violento, contraddittorio, insolente" e per questo, aggiungerei, estremamente seducente.

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Giovanni Papini

1881, Firenze

(Firenze 1881-1956) scrittore italiano. Fin da giovane si mostrò vorace lettore e frenetico organizzatore culturale; nel 1900 diede vita con G. Prezzolini ed E.L. Morselli a un’associazione di «spiriti liberi» ispirata a un individualismo anarchico e idealista che generò nel 1903 il programma de «Il Leonardo», la rivista da lui fondata e diretta con Prezzolini, nata sotto la suggestione del pensiero di R. Steiner e F. Nietzsche e con intenti di rigenerazione antiaccademica della cultura italiana. P. fu anche, nello stesso anno, redattore del «Regno» di E. Corradini, organo del partito nazionalista, e intanto esordiva come narratore con i «racconti metafisici» Il tragico quotidiano (1903) e Il pilota cieco (1907). Nel 1907...

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