Come un fiore di cera

Uno degli incipit migliori letti negli ultimi anni è quello di Come un fiore di cera. È la storia di Vanessa, con un lavoro insoddisfacente e un marito dal quale si sente probabilmente trascurata, che di punto in bianco, dopo una vacanza esotica con la famiglia, inizia a cambiare vita e abitudini. Si iscrive sui social, inizia a frequentare corsi di ballo e gente nuova, passando sempre più tempo fuori casa. L’atmosfera che si respira già dalle prime pagine, durante la vacanza in cui Vanessa “abbandona” la famiglia per dedicarsi alle attività proposte dall’animazione e a conoscenze nuove, è esattamente quella di un amore che scricchiola e si sgretola, di due persone che non sanno più capirsi dopo anni passati insieme. Damiano, destabilizzato da questa nuova versione di sua moglie, diventa ossessionato dalla volontà di tenerla con sé a qualsiasi costo, benché diventi sempre più evidente il menefreghismo di Vanessa nascosto dietro silenzi pesanti. Lei, d’altro canto, incarna la classica donna (che potrebbe avere la mia età) che ha messo in stand-by la propria vita annullandosi per la famiglia, ignara del fatto che la vita prima poi le avrebbe offerto il conto. Giustificandosi dietro la scusa del “riprendersi la propria identità dopo anni di sacrifici”, asfalta persone e sentimenti in un vortice di ricatti e bugie sempre più meschino, che viene da chiedersi se davvero esistano persone del genere (e la risposta, purtroppo, è sempre sì). Un libro davvero notevole, sia nella storia che nella scrittura, priva di qualsiasi sbavatura. Stefania è stata bravissima a mettere in luce non solo i sentimenti della coppia che si sfalda, ma anche quanto la sofferenza influisca sulla gente attorno, come le figlie Chloe e Diletta, come i familiari di Damiano. Un finale amaro ma al tempo stesso liberatorio è quasi l’unica cosa che ci si può aspettare (e che si spera) dopo 250 pagine di sofferenza e vite da ricostruire. Stupendo.

Se state cercando un libro moderno, assolutamente reale , aderente ai nostri giorni e per niente noioso, l'avete trovato! Stefania cassetta ha una capacità descrittiva che vi porterà direttamente a casa dei perso, entrerete nelle loro vite, prenderete a schiaffi lei , vi innamorerete di lui....non vi dico altro,solo di leggerlo e magari ANCHE di regalarlo.

“Come un fiore di cera” è la storia di un matrimonio e di una famiglia; umani e veri, in tutto e per tutto. Posso dire che, più in particolare, è la storia di come tutto ciò che viene creato negli anni, con sudore e fatica, con fede e speranza, possa crollare davanti ai nostri occhi, senza nemmeno darci la possibilità di porre rimedio, di salvare il salvabile. Tutto si sbriciola e si distrugge, lasciandosi dietro solo una scia di dolore, bugie e delusione. Completamente inerme, Damiano, il punto centrale della storia, non ha vie di scampo di fronte a una moglie che, di punto in bianco, si è stancata (o ha deciso di stancarsi) di lui e della sua vita. Lei, Vanessa, inizia a “reclamare la sua libertà”, a cui sono state tarpate le ali per troppi anni, e decide di cambiare la sua situazione facendo inevitabilmente precipitare tutto ciò che le sta intorno, comprese le figlie - soprattutto loro. Onestamente, io Vanessa l’ho odiata con tutta me stessa, mi ha fatto davvero arrabbiare. In certi punti l’ho trovata esagerata, incapace di rendersi conto a che punto stesse effettivamente arrivando e cosa stessero provocando la sua cecità e il suo egocentrismo. Non penso nemmeno che avrei reagito come Damiano, che il più delle volte è stato un ascoltatore passivo davanti alle grida della moglie. Ma, in fin dei conti, posso davvero esserne sicura? La storia è stata toccante, ma il concetto del matrimonio è ancora lontano da me, quindi molte cose non mi hanno scosso come avrebbero potuto. È un romanzo che si fa leggere più che volentieri, i capitoli brevi hanno reso il tutto ancora più scorrevole. Era il libro che mi serviva, arrivato nel momento più giusto; non troppo pesante ma nemmeno troppo leggero; vale la pena di leggerlo.