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Bellissima edizione del 1911 (prima edizione), curata da Marco Marchi, che raccoglie le successive varianti nella “Nota al testo”. E un saggio di Luciano De Maria.
Cosa avrà spinto un uomo a lasciare la comoda cappa di un camino, dove per trentatré anni si è divertito a origliare le disastrate chiacchiere di tre vecchiette, e andare per la vita abbigliato solo di un paio di stivali? Di fumo incarnato e di nient'altro, di impalpabile essenza/assenza avara di volto, di espressione, di ghigno. Chi è costui? La morale non tarderà ad arrivare, e abiterà tutta nei personaggi e negli incontri dei suoi tanti tragitti: il millantato ingegno degli uomini, l'inconsistenza comica dei loro pensieri, la balorda materia che muove le loro noie, le fame minuscole di orridi ometti al potere, i peccati e le invidie che puntellano il mondo, il poco cervello che trapela nei loro periodi:"bocche spalancate come casseforti svaligiate". A contrasto di questo allora il fumo che lo veste finisce per ammantarlo di un tale candore, pur nella sua linea evanescente, di un'innocenza senza un tozzo di macchia, e a tal punto che si finirà per rovesciare ogni virtù nell'amaro ritratto di una vittima. Chi sia in definitiva Perelà è complicato e semplice da dire: l'utopia di una bontà impossibile, un Cristo inascoltato, l'imprendibile felicissimo caos dell'irrealtà che nessuno riesce a comprendere (futurismo magnifico). In termini più diretti forse Perelà non è un alito di cielo nel triviale pattume degli umani gironi, il mormorio di un respinto che spaventa, che stona, la poesia che porge orecchio a una musica di stridori, di bruttezze, tentando di addolcirne le note. Quella bizzarria che è puro dono infatti non passa, non è capita, diventa veleno e sfregio nel brusio delle opinioni che si succedono. Così Perelà viene visto come "qualcosa di sommamente pesante e afoso". Commovente parabola per descrivere l'ottusa cecità dei viventi e ogni loro povero gesto. Quell'ascensore da cui egli scese per conoscere la vita diventerà lo stesso da cui egli s'involerà, in un silenzio che però non lascerà poco dolore. Capolavoro imperdibile.
Romanzo dallo stile molto particolare senza un io narrante vero e proprio e ricco di punteggiature ed esclamazioni incessanti da parte dei protagonisti.Scritto piu'di un secolo fa'e quanto mai attuale visto che anche ai giorni nostri in un attimo si passa,come si suol dire,dalle stelle alle stalle.Ciao a tutti e al prossimo
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