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Cupo e ossessivo, con questo libro Silverberg approfondisce il rapporto tra personaggio e persona, tra storia e narrazione. Famoso come uno dei fautori del riconoscimento della fantascienza come letteratura "nobile", non estraneo alle influenze del post moderno, questo suo libro è un ottimo primo approccio per gli scettici dello sci-fi come "letteratura per ragazzi". Bello e angosciante.
Robert Silverberg si misura con il tema della telepatia, e come aveva fatto per Il libro dei teschi in cui il tema era quello della morte e dell'immortalità, anche qui lo fa in maniera originale, non tanto per quanto riguarda i fatti, che ricordano tanti altri scrittori di fantascienza di quel periodo, ma per come vengono narrati. La facoltà del protagonista di ascoltare i pensieri degli altri è un'espediente per tutto il corso del romanzo per analizzare la psiche umana in generale, a partire dal protagonista. Estremamente interessante è osservare come la capacità di leggere i pensieri di David Selig non fa di lui in alcun modo un supereroe nella poetica dell'autore. David e' semmai un uomo "troppo umano", troppo calato nei pensieri e nell'anima altrui tanto da non essersi calato nella propria, e in questo senso il messaggio del romanzo e del titolo è un invito che si estende a tutti noi. E' forse un bene che ognuno di noi abbia la possibilità di, figurativamente parlando, morire a ciò che non lo riguarda. Il morire dentro del protagonista è un morire di qualcosa che lo ha caratterizzato completamente fino ad allora, ma che, in fin dei conti, non è fondamentale per vivere bene. Così anche noi dovremmo morire a ciò che non ci riguarda, ed essere semplicmeente noi stessi. E' in ciò la capacità di rinascita di ogni uomo, perdere completamente ciò che è fuori di noi, e che riempie a sproposito la nostra mente, è rinascere a ciò che è dentro i noi, calarci in ciò che siamo di modo da vivere sanamente fuori di noi. E scusate se è poco... Grazie Robert Silverberg, ed è un vero peccato che si trovino pochi suoi libri. Non ritengo valga meno di Philip K.Dick e mi piacerebbe vedere sempre più suoi libri pubblicati!
L'argomento trattato è la telepatia, il migliore che abbia letto sul tema, scritto in prima persona con lunghi monologhi, molto personale, molto interiore, non è certo la classica fantascienza pulp da rivista, tuttavia non ho compreso la funzione dei temi di critica letteraria su Kafka e la tragedia greca che, a mio avviso, appesantiscono troppo la narrazione. Il finale è molto ottimista, il protagonista muore dentro per iniziare finalmente a vivere fuori, forse un tantino previdibile ma efficace. Consigliato.
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