Compositore austriaco. Nato a Vienna da famiglia ceca, studiò con F. Schreker a Vienna e a Berlino. Sposò, molto giovane, la figlia di G. Mahler, ma il matrimonio durò poco. Le prime composizioni gli attirarono l'attenzione di F. Busoni e di H. Scherchen e gli valsero, già nel 1921, l'invito al festival di Donaueschingen. Nel 1924, a Francoforte, affrontò il teatro con l'opera Der Sprung über den Schatten. Dal 1925 al '27 ebbe la consulenza artistica dei teatri di Kassel e di Wiesbaden. Dopo il 1927, il successo mondiale di Jonny spielt auf (Jonny attacca a suonare) gli diede l'agiatezza economica. Stabilitosi a Vienna, il costante contatto con la scuola schönberghiana (A. Berg, A. Webern) lo portò a orientarsi decisamente verso la tecnica dodecafonica. Nel 1937 emigrò negli Stati Uniti dove, con l'insegnamento in varie università e un'intensa attività saggistica, divenne uno dei più attivi propagatori della dodecafonia. Dal 1947 risiede a Los Angeles e dal 1954 gode della cittadinanza americana. L'enorme produzione di K. può essere suddivisa in tre fasi. Al 1920-30 appartengono le prime opere strumentali, in cui si rivela un temperamento passionale e sbrigliato, e le prime opere teatrali, caratterizzate da un istinto elementare del teatro e da un piacere intellettualistico del paradosso. Dalla libera atonalità K. passa al jazz, dai più aspri aggregati sonori a una linearità e chiarezza quasi schubertiane. Fra le composizioni più significative di questo periodo si ricordano: Toccata und Chaconne per pianoforte op. 13 (1923); i primi cinque quartetti; le prime tre sinfonie; 2 concerti grossi e un Concertino, per complessi da camera; le opere teatrali Der Sprung über den Schatten (su libretto di Werfel, 1924), Orpheus und Eurydike (su libretto di Kokoschka, 1927), Der Diktator (1928), Das geheime Königreich (Il regno segreto, 1928) e Jonny spielt auf op. 45 (1927), cui la presenza di riferimenti a Gershwin o Cole Porter (ecletticamente unita al contrappunto e a inflessioni tardoromantiche) conquistò l'immeritata fama di opera-jazz. Sorprendenti irruzioni di frasi d'aperta, seppure asciutta, cantabilità preludono all'opera Leben des Orest op. 60 (Vita di Oreste, 1930), in cui K. manifesta un più meditato impiego delle proprie innate capacità creative. Nella seconda fase (dal 1930) K. si vota sempre più sistematicamente alla composizione dodecafonica. La spontaneità e il fondo lirico-romantico, più o meno evidenti nella prima fase, tendono a cedere a un'accentuata logica organizzatrice. L'opera più imponente è il Karl V op. 73 (1930-33), rappresentata a Praga nel 1938. Sono di questo periodo l'Elegia sinfonica per archi, gli ultimi tre dei 4 concerti per pianoforte, altri due quartetti, 12 Short Piano Pieces op. 83 (1938), il Proprium missae in festa SS. Innocentium op. 89 (1940), per coro femminile a cappella. Nel 1950 K. riprese contatto con l'Europa. L'ultima fase della sua attività fu segnata da tecniche seriali avanzate (ad es. in Quaestio temporis, 1959, per orchestra) e da rapporti con esperienze elettroniche e con le ricerche della nuova musica: talvolta è oggetto di riflessione o anche di ironia il rapporto fra predeterminazione e caso, ad esempio nell'opera televisiva Ausgerechnet und Verspielt (1961). Tra gli altri lavori, le opere Tarquin (1950), Dark Waters (1952), Pallas Athene weint (1955), The Belltower (1957), Der goldene Bock (1964), lavori da camera e sinfonici (il secondo dei 2 concerti per violino, quelli per due pianoforti, per arpa, per violoncello, il Piccolo concerto per violino e pianoforte entrambi con piccola orchestra), Sestina (1957) per voce e 10 strumenti.