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recensione di Lorandi, A., L'Indice 1986, n. 5
Titolo e illustrazione di copertina fanno subito pensare ad un libro per bambini: e per bambini decisamente piccoli, dai sei agli otto-dieci anni al massimo. All'interno le tinte tenere delle illustrazioni, il tratto del disegno, il tono discorsivo, confidenziale, carico di attese, delle primissime pagine del testo, gli schemi colorati e divertenti si alternano a serissime fotografie di esecutori famosi del nostro tempo, a vere partiture musicali, a catalogazioni didattiche, a riproduzioni di documenti e stampe antiche, costituendo uno strano impasto atto a stimolare la curiosità di chi prenda tra le mani questo volume.
Volume che in modo speciale sollecita chi, praticando musica fin dall'infanzia, ha invano cercato per sé dapprima, e per i propri figli in seguito, pubblicazioni divertenti e insieme competenti sulla musica. Biografie romanzate, narrazioni cariche di mistero, pettegolezzi, facili apologie, luoghi comuni, ricorrono frequentemente nella letteratura non specialistica sui musicisti, forse nella convinzione di introdurre più facilmente l'incauto quanto incolto lettore alla conoscenza ed alla comprensione del linguaggio musicale in generale e dei suoi più noti esponenti in particolare. La deduzione più ovvia da trarre è senz'altro quella che progetta, accanto alla pratica strumentale ed all'ascolto diretto e assiduo, la lettura di pubblicazioni solo specialistiche o documenti d'epoca, non altro.
Ecco perché A. Basso nella prefazione individua acutamente quale maggior pregio del libro l'esservi 1/2musicaÈ: 1/2Un profilo di Bach, per quanto agile e sommario, deve tener conto, oltre che della vita, anche e soprattutto delle opere e per discorrere di queste ultime con una certa proprietà di linguaggio è necessario sovente utilizzare termini non sempre di pronta comprensioneÈ (p. 9). Questa pubblicazione costituisce un momento importante nella letteratura per l'infanzia, tanto più in quanto Bach, musicista e uomo di un mondo tanto lontano dalle concrete esperienze dei nostri figli, è senz'altro uno dei musicisti più difficili da comprendere e conoscere appieno.
1/2C'era una voltaÈ, quindi: le primissime pagine, con tono discorsivo, sanno senza alcun dubbio catturare l'attenzione anche dei più piccoli. Ma non è possibile mantenere la levità della favola quando si vuole concentrare, in meno di trenta pagine, la biografia di J.S. Bach, anche se peggio sarebbe stato dilungarvisi. Ne risulta comunque una figura ben delineata, ricca di umanità, arguta, immersa costantemente in tutto quanto costituisce la musica. Tuttavia la lettura non è facile: luoghi, eventi, situazioni, rapporti, funzioni non sono chiare al lettore nuovo: il bisogno di essere sintetici porta a dare per scontate informazioni di carattere storico e competenze specificamente musicali. Un solo esempio: che sanno, i nostri bambini, italiani e di educazione cattolica, della guerra dei contadini, di Thomas Muntzer, della libera città di Muhlhausen? Anche se non è questa la sede per colmare lacune di carattere storico, i lettori non potranno capire di quali e quanti significati siano carichi questi riferimenti. È forse da ritenersi scontato che tutti sappiano che cosa significa 1/2musica da cameraÈ? 1/2Stile franceseÈ? È vero che, già presente in alcune note della prima parte, l'informazione specificamente musicale dispone di tutta la seconda, titolata: "La musica di J.S. Bach".
Quasi metà volume è dedicato alla chiarificazione degli elementi fondamentali del linguaggio musicale, all'illustrazione di strumenti, voci e forme dell'epoca, all'analisi della partitura di alcuni brani, illustrati con schemi a colori che pongono in evidenza gli sviluppi tematici e le loro implicazioni: ma i termini sono ancora più specialistici e sicuramente incomprensibili ai più. Ci pare che in sostanza, proprio quella parte che costituisce lo specifico del libro rischi di essere, in ultima analisi, la meno comprensibile, pienamente chiara solo a chi già conosce e possiede gli strumenti culturali necessari per comprenderla.
Non si scoraggino n‚ lettori n‚ autori: la nostra non è una critica rivolta alle loro fatiche, bensì l'ennesima verifica delle gravi conseguenze dovute alle antiche lacune della scuola italiana, che discrimina ancora oggi l'educazione musicale di base al punto da bloccare e limitare la crescita culturale delle nuove generazioni. Un testo come questo, che si scosta dalla pessima abitudine di spacciare come storia il pettegolezzo, come chiarezza il semplicismo e la banalità, e si propone con coraggio, con garbo, con discrezione, finisce, nel nostro paese, per non avere fruitori. Troppo incompleto per esperti, troppo incomprensibile per i non addetti ai lavori.
Solo chi ha lavorato nella scuola in particolare in quella dell'obbligo sa cosa sia l'incompetenza musicale dell'italiano in generale: e si spiega anche perché i vari ministri che si succedono alla Pubblica Istruzione, in quanto già fruitori di questo tipo di scuola, abbiano in comune una profonda ignoranza del fatto musicale, tanto nelle sue implicazioni artistiche che in quelle pedagogiche, e nulla facciano per migliorare le sorti dell'educazione musicale.
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