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Roddy Doyle torna ai grandi temi che hanno incantato i suoi lettori fin dall'epoca dei Commitments, raccontandoci le storie di una Dublino popolare e vivissima, nella quale ciascuno di noi si può rispecchiare.
«Roddy Doyle è una sorta di eroe nazionale. È colui che ha fatto conoscere al mondo la realtà dell'Irlanda di oggi» – Irish Independent
Tredici affreschi dell'Irlanda di oggi. Tredici racconti che compongono una sorta di «romanzo corale», variazioni sul tema dell'inesorabile passare del tempo e della precarietà degli equilibri famigliari. Sullo sfondo, la crisi mondiale, la disoccupazione, l'incertezza per il futuro. Sono storie comuni, nelle quali ciascuno si può rispecchiare. C'è la storia di una coppia sposata da tempo, che sembra trovare in un cane l'ultimo motivo per stare insieme. E c'è un gruppo di amici dublinesi che durante una vacanza in Spagna continua a vivere come se fosse a casa, a parlare, ubriacarsi, fino al momento di epifania nell'arena durante una corrida... Lo sguardo del narratore è pacato, disincantato ma compassionevole, nel comporre ritratti teneri e sconsolati, in cui la quotidianità e i sentimenti che appassiscono sono filtrati dall'inconfondibile senso dell'umorismo di Roddy Doyle, quel sorriso amaro ma autentico che è forse l'unico rimedio allo smarrimento.
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Sono racconti che mi hanno fatto riflettere, forse troppo rispetto a quanto avrei voluto fare. In molti casi mi hanno lasciato una malinconia che ho faticato a smaltire. L'argomento principe è il cambiamento che si porta dietro il raggiungimento del traguardo di quella che definiamo "mezza età", la normalità di una vita già vissuta e le aspettative per un futuro incerto, gli errori che ci si trascina e l'incapacità di uscirne. Il libro è molto bello ma va affrontato con animo sereno. Il racconto che maggiormente mi ha colpito è quello dei Funerali; forse perché resto sempre più convinta che dietro ogni stranezza ci siano delle solide motivazioni tutt'altro che di circostanza.
Raccontini svelti scritti probabilmente per motivi alimentari e come tali commissionati dall'editore anglosassone. Atmosfere piuttosto deprimenti, indecise tra Alice Munroe, di cui l'autore non possiede la pazienza e l'acutezza, e Raimond Carver, di cui non possiede...boh, nulla. Il tema è quello dei rapporti familiari logorati dal trascorrere degli anni, i racconti sono pieni di figli che se ne vanno, di mogli sempre meno soddisfacenti, di capelli che cadono e pance che crescono. Un voto sopra il minimo per il racconto "Il Cane", il migliore del gruppetto.
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