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La presenza dei Bizantini sul suolo italico non fu un fenomeno passeggero, ma si concretizzò dapprima in una guerra iniziata del 535 con il loro sbarco in Sicilia e poi proseguita fino all’intera conquista della penisola. Non si trattò, come noto, di una guerra fra romani (i Bizantini erano i romani d’oriente), ma fra romani e gli ostrogoti che dominavano l’Italia. Fu una guerra che vinsero, ma non certo facilmente, perché gli avversari erano tutt’altro che arrendevoli e combatterono con coraggio e determinazione per difendere il loro regno. Una volta che i Bizantini si trovarono padroni dell’intera penisola non ebbero abbastanza tempo per tirare il cosiddetto fiato, perché l’Italia si rivelava molto appetibile e non facilmente difendibile. E così pertanto all’incirca nel 569 si affacciarono sulle nostre terre i Longobardi, impadronendosi di gran parte dell’Italia settentrionale, ma ecco che da lì a poco valicarono le Alpi anche i Franchi, in qualità di alleati dell’impero di Bisanzio. Non c’era pace per le popolazioni italiche, anzi ci fu una continua serie di scontri che esasperarono i civili, vessati anche dalle scorrerie nelle campagne con predazioni per il sostentamento degli eserciti. Non vado oltre, perché non intendo di certo sostituirmi a Giorgio Ravegnani per parlare di un periodo storico di presenza bizantina che va appunto dal 535 fino al 15 aprile 1071, data in cui Bari, arrendendosi al normanno Roberto il Guiscardo, segna la scomparsa definitiva in Italia del dominio dei Romani d’oriente . Come Ravegnani sia riuscito a condensare in sole 244 pagine quasi cinque secoli e mezzo, caratterizzati da guerre continue, da alleanze, anche strane, da tradimenti ripetuti, può sembrare a prima vista un mistero, ma la ben nota capacità di sintesi del docente, anzi ex avendo maturato la meritata quiescenza, qui si è esaltata ed è riuscita a raggiungere un livello di completezza di notizie invidiabile, tanto più che si accompagna a una gradevolezza della lettura.
Forse era meglio intitolarlo "Storia delle guerre e battaglie bizantine in Italia",visto che alla fine di questo si parla. Sarebbe stato un libro perfetto se si fosse approfondita la storia della realta' sociale e civile dell'epoca(Come si viveva,cosa pensavano i cittadini del tempo,descrivere le citta', come Ravenna ad esempio), e visto che di guerre si parla non sarebbe stato male leggere qualcosa sull'evoluzione dell'esercito romano d'oriente e sulle tecniche di combattimento. In ogni caso e'un lettura piacevolissima, colma una lacuna sul periodo bizantino in Italia, e per questo il mio voto e'5/5.
Non condivido l'altra opinione! La parte sulla guerra gotica è interessante ed è trattata esaurientemente (poi se uno vuole saperne di più si può leggere gli ultimi 4 libri della Storia delle Guerre di Procopio) e anche le conseguenze della guerra sono trattate esaurientemente! Anche la parte dell'invasione dei Longobardi e dell'età degli esarchi è trattata esaurientemente, lo posso dire essendomi documentato prima di leggere questo libro sugli Annali d'Italia del Muratori e posso assicurarvi che gli Annali del Muratori (opera mastodontica) contengono solo poche info in più. Purtroppo Paolo Diacono e le altre fonti ci dicono poco sull'Italia bizantina, mica possiamo pretendere da quel poco che dicono le fonti primarie (l'Alto Medioevo è un età oscura di cui si sa poco) che Ravegnani possa scrivere un trattato di 1000 pagine. La parte fino al 751 è trattata esaustivamente. Forse si sarebbe potuto fare di più (più info) per il periodo dopo il 751 ma non essendomi documentato molto su questo periodo non posso affermarlo con assoluta sicurezza. La prosa è piacevole e fornisce interpretazioni moderne di certi avvenimenti che hanno sapore di leggenda (come ad esempio l'invasione dei Longobardi). E' un testo aggiornato (riferisce la fondazione dell'esarcato intorno al 584 e non prima, come dicono erratamente testi più datati) e neutrale (critica quando necessario sia i Longobardi che i Bizantini). L'unica pecca è che forse si sarebbe potuto scrivere di più sulle istituzioni dell'Italia bizantina (per esempio i compiti delle varie cariche) ma mi è piaciuto molto. E' un libro che mi ha insegnato molto, che mi ha appassionato con la sua prosa, quindi dico bravo a Ravegnani! Questo è uno dei libri più belli di storia bizantina che abbia mai letto! Una pecca la tiene un immagine errata che per qualche strano motivo non considera Septem (Gibilterra) tra i territori bizantini...
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