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Anno edizione: 2020
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C'è un luogo comune che si è fatto strada e oggi circola liberamente nella nostra società. E cioè che non serva la politica, quella con la P maiuscola, per uscire dalle crisi.
Tuttavia l'emergenza coronavirus lo ha smentito con chiarezza. Come rileva Alessandro Barbano in questo libro, la lotta alla pandemia ha enfatizzato ovunque lo scontro tra due visioni alternative del mondo, l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale, e le relative strategie. In Italia in particolare la polarizzazione del quadro politico, con una destra sovranista che tutto semplifica e una sinistra frantumata ancora alla ricerca di un'identità, ha imposto, per dirla con le parole dell'autore, una visione «virologica» della crisi, in cui la classe dirigente ha abdicato alla sua funzione di filtro delle decisioni. In questo scenario paludoso, in cui tanto la maggioranza quanto l'opposizione condividono una strategia di stabilizzazione in chiave bipolare, Barbano si chiede se esista lo spazio per un riformismo alternativo capace di sanare la frattura che si è creata fra libertà e responsabilità, uno spazio dove recuperare la complessità del reale che il populismo e un certo giornalismo d'assalto mirano a banalizzare. La risposta è sì ed è questa «visione» a delineare una nuova prospettiva in grado di cambiare il nostro Paese. Lo chiamano «terzo polo» o «idea di centro». Consiste nel rilancio di un compromesso fra tre culture, quella liberale, quella popolare e quella socialista, declinate in una nuova forma di rappresentatività che sappia dare risposte complesse ma credibili a problemi specifici. Si tratta di quesiti chiave per la nostra democrazia che investono, per esempio, il rapporto con l'Europa, le politiche economiche e in particolare il debito pubblico; la riforma della legge elettorale e il finanziamento dei partiti; la ricostituzione di una corretta intermediazione tra cittadini e governanti, riagganciando la delega alla competenza; la riforma della giustizia; il rapporto con le altre culture e la gestione dei migranti; la rivalutazione del merito in ambito non solo scolastico. È una visione alternativa alla destra e alla sinistra, estranea ai vecchi contenitori e autonoma rispetto alle future alleanze; capace di chiamare alla responsabilità una leadership autorevole e un quadro dirigente plurale, e di attuare scelte ispirate a una visione strategica e non solo tattica. Una prospettiva che si riconosce nel dialogo e nella sintesi tra la cultura liberale, la cultura cattolica e la cultura riformista, perché nessuna di queste, presa singolarmente, è più sufficiente.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lo scaffale è quello giusto; sezione saggi di politica e sociologia. E sì perche il titolo: "La Visione", rimanderebbe ad un testo mistico fatto da qualche guru di una qualche improbabile religione. In realtà chi conosce Barbano sa che le sue analisi sono una sorta di TAC fatta alla situazione politica (e sociologica) italiana, nel contesto europeo. Chiunque legga, prescindendo dalle appartenenze, non potrà prescindere dall'ineludibilità di descrizioni che afferiscono ai fatti, non disgiunti dalle opinioni che l'autore da quelli fa affiorare; incontrovertibili dal suo punto di vista che però scuote anche quello consolidato di chi legge. La prosodia narrativa è assicurata da ragionamenti che hanno il sapore della maieutica. Coraggiosa la rivalutazione delle élite intese come eccellenze da riconsiderare quando in grado di esercire competenze funzionali. Oggi impera l'aurea mediocritas. Ci sarà chi salterà sulla sedia rilevando la messa in discussione dei diritti conquistati (sic), ma ci si accorgerà che Barbano ci rivela che il re è nudo.
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