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Il volume conclude il lungo cammino di rinascita del monumento tiburtino che, dopo la decadenza sotto gli Asburgo, passò allo stato italiano allo scoppio della prima guerra mondiale, iniziò la rinascita negli anni 1920-30 con i lavori eseguiti da Attilio Rossi (sua la sistemazione della Fontana di Nettuno), ebbe a subire gravi danni nel bombardamento di Tivoli del 1944 e da allora si è giovato di una progressiva sistemazione culminata con il recupero di buona parte del monumento, compresi gli effetti sonori delle Fontane dell’Organo e della Civetta. Fra gli autori Isabella Barisi è il Direttore della Villa dal 1995 e proprio qui si è impegnata per il restauro del palazzo e delle fontane; Marcello Fagiolo e Maria Luisa Madonna sono professori ordinari di Storia dell’Architettura, vantando innumerevoli pubblicazioni. Colpisce nel volume come gli autori riescano a trasportarci nell’epoca della costruzione, farci respirare lo spirito rinascimentale, quasi osservatori del grandioso disegno del Cardinale Ippolito d’Este e dell’architetto Pirro Ligorio. Come si giustifica, come si spiega la scelta del sito, quali legami con il passato doveva avere la reggia del cardinale e come il giardino si inseriva nella tradizione romana, diventando un punto fermo per i giardini non solo rinascimentali? Ampio spazio viene dato alle stampe, a partire da quella del Duperac del 1573, con numerosi particolari ingranditi, per spiegare il significato delle varie fontane, non solo dal punto di vista mitologico, con disegni (anche a pagina doppia) delle sale del Palazzo, che, restaurate a regola d’arte qualche anno, fa offrono piacevoli sorprese, anche dal punto di vista figurativo, ai visitatori, se si ha la pazienza di non farsi travolgere immediatamente dalla bellezza del giardino. Ma in generale il volume è ricchissimo di illustrazioni e di piantine (vedere quella dei canali che portano l’acqua alle varie fontane) che chiariscono ancora di più la villa anche dal punto di vista tecnico ed é aggiornato con le ultime ricerche.
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