L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Per quel che racconta, per come lo racconta, l'ho letto con le lacrime agli occhi.
Libro breve, ma intensissimo, da riprendere spesso per consentirgli di parlarti e interrogarti. Francesco è Francesco Berti Arnoaldi, illustre avvocato e uomo di cultura: un bel signore, di alto sentire, la parlata evocativa. Giuliano è Giuliano Benassi, compagno di scuola al Ginnasio Liceo Galvani, amico inseparabile, fervente cattolico, partigiano della prima ora in “Giustizia e Libertà”, arrestato, torturato, deportato in Germania e poi ucciso dopo un tentativo di fuga non riuscito il 27 aprile. La morte dell’amico è, per Francesco, realtà impossibile da accettare; egli gli ritorna alla mente spesso, appagando solo per poco il vuoto della sua assenza. Dopo 44 anni, alla luce della testimonianza rilasciata nel 1947 da Ugo Bigardi, che aveva condiviso con Giuliano tutto il periodo di detenzione, fino all’ultimo istante, Francesco intraprende da solo il viaggio della deportazione: da Bolzano a Flossenburg, poi a Porschdorf, dove questi lavorò in una cava di pietra, infine a Oelsen, in Sassonia, dove sarà assassinato. Luoghi suggestivi, ma teatro di tragedie. Francesco ci ha fatto un grande regalo, impreziosito da componimenti poetici, risalenti ad anni diversi, “Le nove cantatine partigiane”, tra le quali, di straziante bellezza, è “Il Repubblichino”, in dialetto, e dalle riflessioni finali di Alessandro Galante Garrone. L’Autore aveva compreso e fatta sua la grandezza morale dell’amico, la fede religiosa vissuta come “raccoglimento interiore che si conclude nell’azione”, l’ottimismo e lo spirito ironico, anche nei momenti più bui, che traspare dalla lettere scritte al fratello. La fede cristiana, nutrita da prove difficili, conservata fino all’ultimo. Nell’autunno del 2005 il Comune di Bologna ha intitolato a Giuliano lo spazio antistante l’ex Chiesa di S. Lucia, ora Aula Magna dell’Università, la celebre “Piazzetta”, ove hanno giocato a pallone generazioni di ragazzi, proprio a fianco del Liceo-Ginnasio “Luigi Galvani”.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore