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Quando muore, Eva Perón è ancora una ragazza, una ragazza che ha conquistato la devozione innamorata del suo popolo e ha lasciato tracce sensibili nell'immaginazione di tutto il mondo. Dal 1952 non ha smesso di tornare sulla scena come un fantasma, come un'apparizione, come un'allegoria. È rivissuta al cinema, nelle biografie storiche, nel musical, e continua a essere un personaggio del Novecento che sconfina oltre il limite del millennio e si presenta, in una luce cangiante e quasi feroce, a cantare la sua canzone. Iaia Caputo si sottrae alla "canzone", entra in Evita e al contempo la spia con gli occhi di testimoni diversi, la segue dall'adolescenza stracciata alla giovinezza di un riscatto che arriva morso dopo morso: giunta all'apice del potere, incarnando l'anima stessa del peronismo, esce presto di scena dentro la luce accecante di una santità malata. La "versione di Eva" è in realtà una versione che moltiplica le voci e disegna un destino ancora incompiuto, quasi che la determinazione di una donna inventrice di se stessa e cresciuta troppo in fretta fosse andata di pari passo con le maschere attraverso le quali il mondo ha creduto di conoscerla. Iaia Caputo racconta la bambina "bastarda", la giovane alla ricerca del successo nella Buenos Aires spietata e sfolgorante degli anni Trenta e la Signora dell'Argentina, la febbre dei gesti e il candore dell'ispirazione, la retorica inclusiva e il teatro dietro le quinte, la volgarità e l'eleganza, l'intelligenza politica e la dismisura delle sue passioni, racconta la spirale delle voci che l'hanno accompagnata, e ci sorprende con una nuova grana di voce, capace di riscrivere e reinventare non tanto quel personaggio ma l'ossessione che è diventato nella sua immaginazione.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo saggio offre una visione della sua immagine, parliamo di Eva, più concreta e meno celebrata dal pubblico patinato. Tra le righe risalta una Eva inedita, umana, fragile e forte, una Eva che porta ad accrescere ammirazione e a creare empatia e percezione. Iaia Caputo è affascinata da quello che è divenuto il mito di Evita. Ne racconta la leggenda ma anche i sobborghi della sua vita, senza esaltazione narra le vicende ad essa legate. Sfiora la ragazza in cerca di fortuna, fino ad arrivare a fotografare la donna amata dall’Argentina. Ricerca dopo ricerca, descrive, pagina di testimonianze e riflessioni personali, riflette e fa riflettere sulla breve e impegnata vita di Evita, vita che parve un palcoscenico dove indossare mille e nessuna maschera, quel palco su cui vivere una vita o morirne mille.
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