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Non è storia antica e la regista Rose Bosch è riuscita nell'intento di farla percepire come attuale. Intendiamoci: tutto è filologicamente coerente con l'epoca con cui si sono svolti i fatti. Fatti che il cinema francese non aveva mai affrontato con tanta precisa e documentata forza. Mme Bosch lavora su una tripartizione narrativa. Da un lato Hitler nel suo Buen Retiro del Berghof; dall'altro Pétain, Laval e i loro accolit. Nel mezzo le famiglie ebraiche colte, nella loro quotidianità all'interno della quale sono stati inoculati ad arte (anche grazie al media più diffuso all'epoca, la radio) i germi del più irrazionale ma efficace disprezzo per l'altro. Il film non accusa i "francesi" tout court, e, anzi sottolinea il fatto che se dei 25mila ebrei, 12mila sono sfuggiti alla retata, lo si deve a parigini che li hanno aiutati mettendo a repentaglio la propria esistenza. Ma resta comunque impressa nelle retine la gestione dell'intera operazione da parte di uomini che non indossano le divise delle SS o della Wehrmacht, ma quelle delle forze dell'ordine e militari francesi. Allora per quegli sguardi infantili diventa ancor più difficile anche solo tentare di darsi una spiegazione di quanto accade. Così quando si assiste alle scene delle migliaia di esseri umani ammassati con pochissime cure e senz'acqua nel Velodromo non possono non tornare alla mente le immagini dello stadio di Santiago del Cile dopo il colpo di stato di Pinochet. Ma c'è un momento in cui si percepisce lo iato che si è insediato tra realtà e pregiudizio. Quando il dr Sheinbaum grida dinanzi all'ennesimo sopruso è la coscienza civile. E' un'umanità vinta ma non piegata; è la ragione che grida con lui. Una parte per la quale la parola diritto ha perso qualsiasi valore. Chiediamoci se questo svuotamento di significati fondamentali non abbia trovato anche nella ns società contemporanea una sua consistenza, riflettendo sulla risposta che ci siamo dati ringraziando questo film per avere suggerito la domanda.
Dopo aver visto il film si rimane per giorni interdetti; come può essere così malvagio e disumano l'uomo? Si fa fatica a immaginare le crudeltà vissute dagli ebrei nella seconda guerra mondiale, questo film ci avvicina alla realtà. Da far vedere nelle scuole.
Film che non si dimentica certamente in fretta. Un pugno allo stomaco che toglie il fiato, che ti fa ripetere come in un mantra la solita frase riservata ai film sull'olocausto: "Perchè?!? Come è stato possibile che ciò accadesse?!?!?". Consigliato
Recensioni
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Fatti che il cinema francese non ha mai affrontato con tanta forza
Trama
Dopo l'invasione della Francia da parte delle truppe tedesche, Hitler ha deciso di procedere allo sterminio di massa e vuole che il governo di Vichy gli procuri dalla sola Parigi almeno 20.000 dei 25.000 ebrei residenti. I suddetti verranno dapprima condotti in campi di raccolta e poi, una volta ultimati i lavori per i forni crematori nei lager, avviati a morire. Il maresciallo Pétain aderisce senza difficoltà alla richiesta e la notte del 16 luglio la retata si svolge. Tredicimila uomini, donne e bambini ebrei vengono prelevati dalle loro abitazioni e portati nel Vélodromo d'Hiver, prima tappa del loro calvario.
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