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Alain de Botton è un profondo conoscitore delle passioni e delle emozioni umane che racconta nei suoi saggi con leggerezza, acume e grande capacità divulgativa. In questo libro raccoglie e interpreta con cura una gamma degli stati d’animo malinconici più universalmente riconoscibili, dalla malinconia della domenica sera a quella dell’adolescenza, a quella della fine dell’estate e dell’innamoramento, aiutando il lettore a riconoscerla e viverla a pieno.
Un’analisi e una celebrazione dello stato dell’animo meno conosciuto e più prezioso che l’uomo possa provare: la malinconia. La malinconia non è depressione né rabbia né amarezza, ma è una risposta serena, gentile, saggia e benevola alle difficoltà della vita, in perfetto equilibrio tra la disperazione da un lato e l’ottimismo ingenuo dall’altro. Ma la malinconia è anche per molti un segreto ben custodito. Coloro che la provano tendono a nasconderla e non ne sentiamo parlare spesso. Anzi, languisce inesplorata in un’epoca ipercompetitiva, rumorosa, frenetica come quella attuale. Eppure meriterebbe più attenzione.
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Il libro, fin dalle prime pagine, ci mostra l'incisione la "Melencolia" di Albrecht Durer del 1514, dove la malinconia è raffigurata "come un angelo avvilito, circondato da una schiera di strumenti scientifici e matematici abbandonati." L'autore ci rappresenta, in brevi capitoli, i vari volti della malinconia: "Solitudine e malinconia", "Innamramenti e malinconia"... in alcuni capitoli essa è descritta con dolcezza, leggerezza, ironia, in altri l'argomento è descritto in modo crudo, e il tutto percorso da una vena di pessimismo verso la natura umana. A proposito di crudezza, agli amanti di carne lancia questo monito: "L'unica consolazione per il bestiame che si avvia al macello sta nelle leggi della biologia: tra non molto, il ciclo della vita mostrerà il conto a tutti gli assassini (noi), che a loro volta saranno mangiucchiati da larve e da vermi famelici e privi di sensi di colpa. I nostri corpi a brandelli diventeranno presto il pranzo di un altro essere vivente e nessuno piangerà, o dovrebbe piangere, per noi
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