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Nella Polonia degli anni cinquanta, in una cittadina, i genitori del piccolo Romek Stratos, protagonista del romanzo, vivono dignitosamente integrando il proprio modesto reddito facendo clandestinamente dei lavori di sartoria in casa. Poi, un giorno, la vita della famiglia Stratos viene cambiata dalle conseguenze di un furto. Lasciato solo in casa, Romek si allontana per giocare e alcuni ladri si impadroniscono non solo degli averi della famiglia del bambino, ma portano via anche cappotti e abiti dei loro clienti, che dovranno essere rimborsati: gli Stratos si troveranno a essere gravemente indebitati e a conoscere la miseria.
Questi i crudi fatti che danno l'avvio al romanzo. Tuttavia, la narrazione di questo evento iniziale e della catena dei successivi avviene attraverso gli occhi di un bambino, con il suo linguaggio, con la sua percezione sensibile, a volte sognante, della realtà. Mentre il padre si trova a cambiare molti lavori, scivola verso l'alcolismo e fa fatica a dare da mangiare ai figli, Romek, che sente di essere stato in qualche modo la causa della nuova situazione, cerca di inventarsi dei modi per fare qualcosa per la sua famiglia. Riesce a racimolare soldi per partire per Varsavia insieme alla mamma, nella convinzione che la capitale possa offrire loro nuove opportunità. L'arrivo a Varsavia è l'inizio di nuove avventure e disavventure. Romek e la mamma si imbattono tanto in truffatori quanto in persone generose, ma non risolvono i loro problemi. L'ormai undicenne Romek comincia a pensare a un'altra soluzione: la via d'uscita gli sembra essere quella di inseguire una carriera di attore, impara versi a memoria e studia la parte del protagonista di La caduta del piccolo mago, uno spettacolo di cui vuole entrare a far parte e guadagnare molti soldi. Ma quello di Romek non è che un altro sogno di un'infanzia che sta finendo: ottenere una parte da attore non è semplice come aveva creduto, è giovane e dovrà studiare ancora a lungo. Prima del ritorno a casa, il protagonista dovrà affrontare anche la violenza, che arriva attraverso l'apparente generosità di un anziano signore. Qui ricorrerà a un oggetto con cui ha giocato a lungo nell'infanzia, uno spadino, che questa volta sarà uno strumento di morte. Tuttavia, come in una fiaba, l'uccisione del "mostro" coinciderà anche con il ritorno a casa e con l'arrivo di denaro per riavviare l'attività del padre e riunire la famiglia.
Il titolo del romanzo è tratto da un verso di William Blake, che in qualche modo rimanda allo spirito con cui Romek affronta le immense difficoltà di cui tenta di farsi carico per aiutare i genitori. Il romanzo, nel quale il tragico e l'amaro non prevalgono mai sull'ironia e sull'umorismo, è anche una godibile galleria di personaggi (bambini e adulti). La storia, sempre sospesa tra realismo e magia, è narrata in un linguaggio leggero, rispondente alla realtà vista con gli occhi disincantati di un bambino, che la bella traduzione di Giulia De Biase riesce a mantenere nel trasportare in italiano la vivace e brillante prosa dell'originale in polacco.
Walter Da Soller
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