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Sono anni che leggo le avventure di Carvalho e devo dire che questo libro è il più toccante della serie: magari è il meno "giallo", ma sicuramente riesce benissimo a trasmettere tutto la stanchezza e il dolore del detective...e ora che mi mancano solo due romanzi per concludere la serie, so già che Pepe mi mancherà tanto.
Ho vissuto per 2 anni in Catalunya e a mio modesto parere questo è uno dei libri più belli di Carvalho. Si respira veramente l'atmosfera catalana come nessuno scrittore ti sa veramente far capire. In risposta al primo commento: forse hai bisogno di leggere qualche libro in più di Montalban o magari di fare un viaggio in Catalunya per renderti conto che quello che lui descrive nelle sue novelle è la realtà della vita catalana ( e mai spagnola, per piacere)... i profumi, i colori della città e dei piatti della cucina robusta sono quelli della vita di una persona che vive lì tutti i giorni. Il riferimento a Bossi mi sembra più che giusto visto la situazione politica che vive la Catalunya dal dopo franco a oggi... Saluti.
E' il mio primo Montalbàn e confesso di aver faticato un po' a finirlo, ma lo annovero di diritto nella sezione "libri da leggere". Alla prima lettura sfuggono molti particolari a mio parere, che vanno definiti appieno con un "secondo passaggio". Calarsi nel clima di Barcelona, andare a pranzo con Carvalho, prendere il sole con lui sulla spiaggia di Barceloneta, visitare sontuose ville che trasudano la vecchia anima della nobiltà catalana...sono emozioni PALPABILI nel libro. Quanto ai nomi, faccio presente alla lettrice che mi ha preceduto che il romanzo è ambientato in Catalogna, non in Castilla la Mancha... ;-)
Recensioni
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"Tu continua il tuo viaggio e non tornare finché non crollerai per stanchezza o vecchiaia. Tornerai per constatare che qui tutti sono diventati meschini o pazzi o vecchi. Sono le uniche tre possibilità di sopravvivenza in un paese che non ha fatto in tempo la rivoluzione industriale."
Ritorna una nuova avventura di Carvalho e, come sempre, Vázquez Montalbán sa ben unire l'avventura, la suspence, il tema politico e l'amarezza un po' cinica (ma nello stesso tempo romantica) del suo personaggio.
Barcellona è l'abituale teatro della vicenda, dopo la parentesi argentina, e proprio la questione catalana è motore dell'intera storia: rivendicazioni nazionaliste che stanno sorgendo un po' dovunque in Europa, anche laddove non c'era mai stata una tradizione indipendentista, senza che la tragedia della ex Jugoslavia abbia insegnato molto sulle possibili tragiche conseguenze di certe azioni. A questo elemento politico, di certo dominante e spunto per riflessioni interessanti e acute dell'autore, si unisce nel romanzo il tema, anch'esso di grande attualità, delle sette, più o meno segrete, più o meno sataniche. I due temi si intrecciano e, come spesso accade, sono gli interessi politico-economici a guidare la danza.
Un assassinio, come in ogni buon giallo, dà l'avvio alla vicenda: il morto è un ragazzo, figlio di un potente finanziere che si scopre aver avuto una relazione omosessuale con un altro giovane, fondatore di una setta satanica, figlio di una altro potente industriale, avversario politico del primo. Le indagini per scoprire l'assassino vengono affidate a Pepe Carvalho che inizia ad addentrarsi nel labirinto delle nuove "religioni" postmoderne.
Ma Pepe deve affrontare anche alcune questioni private molto coinvolgenti. Prima di tutto il ritorno a Barcellona di Charo, dopo sette anni di assenza. Quante emozioni, quanti ricordi e quanto forte è il senso del tempo trascorso, delle ferite e delle cicatrici che la separazione ha lasciato nell'anima dei due! Ora la donna, ormai matura ma sempre attraente, ha perso tutte le stigmate dell'antica "professione", è riuscita a organizzare in modo borghese la sua vita, facendosi aprire un negozio di prodotti naturali dall'ultimo ricco amante. Anche la moda del macrobiotico fa parte della cultura di fine millennio europea e Charo sa ben adeguarvisi pur di dare solidità e tranquillità ad una vita irrequieta. L'incontro, dopo tanti anni di separazione, suscita in Carvalho un forte turbamento, predomina il legame amicale più di quello amoroso, e la complicità profonda con la donna non richiede molte spiegazioni o chiarimenti. Una specie di pudore e di imbarazzo permane, soprattutto in presenza del fedelissimo Biscuter, ma tutto è più semplice quando i due restano soli, ritrovando l'antica intimità: "sei l'uomo della mia vita", dichiara Charo al detective.
Il tema sentimentale si complica poi con una nuova presenza, una misteriosa donna che invia dei fax pieni di allusioni ad un passato che Carvalho non riesce a focalizzare e che, dichiarando il suo amore ("sei l'uomo della mia vita"), chiede di poterlo rivedere. Bellissima, appassionata, oggi moglie fedele e tenera madre, Yes è la donna dei fax, conosciuta e amata vent'anni prima, poi persa completamente di vista. Per lei Pepe ritorna a sentire l'antico affetto, subito ricambiato nonostante le remore di Yes a incrinare la perfetta serenità familiare così faticosamente conquistata e la cui frattura traumatica sfocerà in tragedia.
Molte quindi le questioni in campo, molti gli aspetti sotto cui leggere il romanzo, ricche e intense le psicologie presentate e complessa, anche se lineare, la storia. Mai deludente Vazquez Montalbán, sempre stimolante nelle "note a margine": tutta la più recente cronaca politica internazionale è presente in questo ultimo libro dello scrittore catalano. Le pungenti considerazioni sulle pericolosità di certe scelte "storiche", o sulle implicazioni politiche di alcune nuove forme di religiosità alternativa, riescono a far riflettere forse più di un articolo di prima pagina o del saggio di un politologo di professione: forse è proprio a questo che serve la letteratura, in particolare quella che utilizza un genere letterario, come il giallo, che consente un approccio popolare.
A cura di Wuz.it
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