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La mente è un universo. Il dolore è un universo. Attraverso la mente e il suo dolore è possibile scoprire l'anima imperscrutabile e la sua molteplicità. L'uomo non è solo memoria, sinapsi e processi neuronali. C'è dell'altro. Oliver Sacks è un medico che annota le sue esperienze e le sue riflessioni generate dal contatto con i pazienti. Non si tratta di un romanzo, bensì di un diario vero e proprio, che racconta fatti realmente accaduti. Niente conosco dell'autore-medico, ma quello che le pagine di questo libro narrano è l'umanità, la pazienza e l'amore verso i pazienti. Spesso abbiamo un'idea infida dei medici. Forse conoscere un medico come Oliver Sacks, ci aiuterebbe a cambiare idea. Non voglio (o meglio non posso) addentrarmi sulle anamnesi e sui pareri medici, ma voglio di certo tenera a mente le anime dei pazienti del dottor Sacks. In queste pagine nessun malato è lasciato solo o abbandonato o deriso. Ognuno è accettato con la dignità di essere umano che tutti meritano, pur rispettando la natura e le peculiarità di ciascun protagonista. Ogni episodio narrato è una scomposizione e rappresenta, a mio avviso, un aspetto fondamentale di qualsiasi persona. Tutto ci riguarda, tutto ci forma. Qualcuno un tempo mi disse che l'anima è come un albergo fatto di stanze vuote. Bisogna riempirle di ospiti, affinché l'incuria e la vacanza non rovinino per sempre la struttura. Le stanze di quest'albergo sono rivolte ai personaggi che incontriamo nella lettura. Essi, nei momenti di sconforto, saranno i nostri migliori e autentici amici e consolatori e consiglieri. Credo che alcune di queste stanze spettino di diritto ai pazienti del dottor Sacks, ai "Gemelli", a Josè, a Martin, a Rebecca, a Ray, al dottor P., a Jimmie, a Natasha K., a Bhagawhandi e agli altri. Uomini e donne dall'anima profonda, capaci di insegnare a vivere nonostante la loro esistenza sia difficile e la loro forza vitale sia per certi versi inspiegabile.
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