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Molto piacevole da leggere nonostante il toccante racconto vero, raccontato da chi lo ha vissuto in prima persona. Un libro molto attuale per comprendere megio la situazione sulla striscia di Gaza.
I resoconti settimanali della Psicologa di MSF,affidati alla rete sotto forma di e-mail, non discettano in astratto delle cause della conflitto israelo-palestinese ma,semplicemente,si limitano a raccontarne i drammatici effetti.E mentre leggi, ti tornano alla mente le immagini dei servizi giornalistici dai territori occupati e, neanche a dirlo,le solite, abusate parole.Le stesse che ritrovi nel libro. Però questa volta non eccheggiano lontane da te , non ti scivolano addosso, ma rimangono lì a sbatterti in faccia ,tutte, lo stesso identico termine: INFERNO. Un inferno che atterrisce non solo per i tronchi umani che vi si possono incontrare camminandoci in mezzo, o per le raffiche dei tancks Israeliani che per "errore" (ma che errore...!) possono colpire tua madre o tuo fratello, ma anche perchè ti rendi conto davvero che in guerra la vita diviene una tortura quotidiana, senza nè inizio nè fine. Migliaia di donne, bambini e uomini che vivono lì,in quel territorio maledetto dalle troppe divinità che lo abitano, una vita senza futuro.Si, senza futuro,senza nessun futuro. D'altro canto che speranze possono coltivare i bambini di Gaza? Nessuna speranza, neanche quella di una vita civile senza carri armati e militari appostati nel giardino di casa. E, si chiede l'autrice, Cosa sogneranno ,di notte, fra un colpo di mortaio e l'altro,i bambini dei territori occupati? Sicuramente lo stesso loro mondo senza i By pass, i carri armati e i check point, proprio perchè non possono averlo! Eppure, nonostante il domani senza speranza, nonostante la colpevole indifferenza del mondo democratico che assiste passivo a questo massacro di innocenti,e persino di fronte all'ennesimo muro, il più duro da abbattere, quello contro cui cozzano tutti i nuovi e falliti tentativi di dialogo , è necessario pensare,credere e lavorare per un futuro di pace. un futuro lontano, lontanissimo,che oggi a Gaza è solo il sogno di un bambino sognato in una livida notte di guerra."
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