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Recensioni Le ultime ore di Ludwig Pollak

Le ultime ore di Ludwig Pollak di Hans von Trotha
Recensioni: 3/5

Un romanzo che si immerge nelle pieghe oscure tra civiltà e barbarie grazie a un personaggio poco conosciuto, che ha dedicato la sua vita all’arte, a un ideale di bellezza eterna, e che mai ha voluto arrendersi agli orrori della follia umana.

«Storico di formazione, von Trotha ha condotto un'indagine su lettere, diari e fonti d'archivio. Ma non scrive un saggio né una biografia: nel suo romanzo breve, sinistro e allucinato, ogni parola pesa come il marmo delle statue cui Pollak ha dedicato la vita.» – Melania Mazzucco, Robinson - la Repubblica

Ludwig Pollak non è una persona qualunque: ebreo, raffinato archeologo, grande collezionista, mercante d’arte a cui tutti si rivolgono per un parere o una attribuzione definitiva, è stato lui a individuare, all’inizio del Novecento, il braccio mancante del celeberrimo gruppo del Laocoonte. Ed è per questo che le gerarchie vaticane cercarono di salvarlo dalla deportazione che il 16 ottobre 1943 avrebbe mandato a morire ad Auschwitz più di mille ebrei romani. A tal fine inviarono come emissario K., un professore tedesco residente in Vaticano.

Il tempo stringe. K. si accorge che Pollak tergiversa, preferisce raccontare di sé, della sua vita. Perché «bisogna lasciare testimonianza. Proprio quando tutto finisce. Bisogna raccontare». Della splendida scultura. Di quello che veramente significa. Della Belle Époque. Di Praga. Vienna. Roma. I musei. La musica. Gli amici. Freud. Mahler. Rodin. Richard Strauss. E del crescente deteriorarsi della posizione degli ebrei in Europa, e di come lui stesso sia stato declassato di giorno in giorno, fino a non essere più ricevuto anche laddove il suo sapere continuava ad essere necessario. L’archeologo insiste soprattutto sul «suo» braccio del Laocoonte, una scoperta che ha rivoluzionato l’interpretazione tradizionale, e più consolante, della scultura ellenistica fornendone una politicamente sgradevole nei tempi nuovi del personaggio Laocoonte. E frutto forse di una profonda empatia, un processo di identificazione dello studioso ebreo con il significato della sorte del gran sacerdote troiano che, unico tra i suoi a comprendere il pericolo che celava il dono del celebre cavallo, fu per questo punito dagli dèi.

La vicenda di Ludwig Pollak costituisce la chiave per rappresentare le tragedie della civiltà europea nello scorso secolo, opponendo all’orrore nazista la passione per la ricerca e per lo studio.

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