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Feroce, intenso, Tredici soldati racconta con gli strumenti della grande letteratura la fase finale della guerra del Libano: un romanzo potente, acclamato, accostato a Niente di nuovo sul fronte occidentale e al film Full Metal Jacket, che ritrae l'ennesima generazione perduta e mostra senza veli tutta la tremenda realtà, l'assurda follia del conflitto in Medio Oriente.
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romanzo molto duro, doloroso, coinvolgente. lo leggi e ti sembra quasi di trovarti anche tu all'interno di quel maledetto "sottomarino". prosa scarna, diretta, secca. m'è piaciuto molto, lo consiglio.
Nel cuore della Striscia di Gaza l’Autore fa la conoscenza del…. Libano; annota con scrupolo ogni parolaccia e tenta invano di penetrare la corazza di malcelata ostilità del comandante della compagnia. Fa la conoscenza di Rotem Yair, un giovane ufficiale coraggioso ma "triste, stanco", che gli parla del Libano, di cui ha una sorta di nostalgia e che paragona alla Striscia; poi, nel prosieguo del tempo, incontra tanti militari che avevano combattuto anche nel Paese dei Cedri e trascorso periodi nell’avamposto di Beaufort, nel Libano del Sud, epicentro del romanzo, luogo fisico, ma anche sito dell’anima. Il romanzo è nato da questi incontri, caratterizzati dall’iniziale diffidenza dei militari nei confronti del coetaneo che non è mai stato nella mischia. Il linguaggio è zeppo di espressioni gergali, giustamente sboccato e crudo, come si conviene tra giovani militari. I caratteri dei personaggi sono tratteggiati in modo vivido, con interessanti e sfumate tipologie. La paura c’è, eccome, occorre guardarla in faccia ed affrontarla. Forte desiderio di combattere -e magari di vendicarsi per la morte dei commilitoni uccisi- e domande ansiose sul perché della missione. Tensione claustrofobia. Voglia di chiudere quell’esperienza, che si sa essere alla fine, e contemporaneo dolore all’idea di lasciare un luogo dove hai trascorso momenti importanti della tua vita. Il protagonista, Erez, duro in apparenza, ma di intensi sentimenti -il pensiero della sua ragazza è sempre sullo sfondo-, sa creare un gruppo affiatato e solidale-. Coinvolgente è il rapporto di amicizia che si crea tra lui e Ziv Farran; dopo una evidente ostilità iniziale, poiché Ziv solidarizza con il Movimento pacifista delle "Quattro Madri" ed Erez teme che ciò mini il morale degli altri, tra i due nasce un forte sentimento di solidarietà. Anzi da una certa T shirt che Ziv aveva portato con sé nasce una vicenda emblematica, tutta israeliana.
Molto intenso , ho apprezzato molto le descrizioni riguardanti la formazione dello spirito guerriero dei 13 soldati, se non si ha quell'occhio di tigre difficilmente si riesce a resistere a simili pressioni e vessazioni. Poi, parere mio personale, la guerra non dovrebbe proprio essere citata ,ma non si può essere indifferenti ad un popolo come Israele, accechiato da nemici e capace di tenere testa a popolazioni ostili..forse proprio grazie a quella caparbietà che emerge da questo libro gli israeliani ce la fanno
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