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Testo stampato e testo manoscritto. Un rapporto difficile. 1450-1830 - David McKitterick - copertina
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Testo stampato e testo manoscritto. Un rapporto difficile. 1450-1830
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Descrizione


Questo saggio esamina gli aspetti fondamentali di quella che si definisce "la rivoluzione della stampa". L'autore sostiene che molti cambiamenti introdotti dalla stampa siano diventati dominanti solo quattro secoli dopo. Dal 1450 in poi, infatti, le parole e le immagini stampate divennero familiari in tutta Europa, ma per autori, stampatori e lettori i testi manoscritti e quelli a stampa furono complementari e non alternativi: le loro vicende si intrecciarono per secoli, prima che il libro a stampa si affermasse definitivamente alla fine dell'Ottocento. Un viaggio attraverso la storia del libro e della trasmissione del sapere che guarda alla nascita della stampa come al frutto di una graduale evoluzione e non come a una cesura traumatica.
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Dettagli

2005
1 maggio 2005
328 p., ill. , Brossura
9788886842907

Voce della critica

L'invenzione della stampa ha determinato la completa e immediata sostituzione del testo manoscritto con quello stampato? Quali erano le caratteristiche attribuite alla stampa in passato? Si può considerare lineare il passaggio da un processo di produzione a un altro? Quale significato assume il libro a stampa con le innovazioni introdotte dall'informatica? Un tentativo di risposta a tali quesiti viene fornito dalla bibliografia storica. Scopo di tale disciplina è capire come vengono recepiti i nuovi processi di produzione come convivono come si evolvono. Deve confrontarsi con la teoria critica con le teorie sulla lettura con la teoria e la pratica bibliografica per cercare di colmare quei vuoti che consentono di capire come le diverse forme che l'autore lo stampatore il venditore può assegnare a un libro nel corso della produzione si incrociano nel tempo con le modalità soggettive e collettive della sua ricezione. Attraverso tale percorso di analisi si scopre che la caratteristica di stabilità implicitamente attribuita all'atto stesso della impressione tipografica è frutto di un'erronea generalizzazione che non appartiene alla percezione storica dell'invenzione della stampa. L'introduzione dei caratteri mobili rese anzi per lungo tempo il libro stampato dipendente dal manoscritto cosicché le due pratiche convissero in termini di strumentalità piuttosto che in sostituzione l'una dell'altra. è invece la natura instabile cioè la disponibilità e apertura all'intervento dello stampatore e/o del lettore che ha caratterizzato la parola stampata dalla metà del Quattrocento fino all'inizio dell'Ottocento. Dunque non sono le innovazioni tecnologiche nel passato o nella contemporaneità che producono l'instabilità del testo: l'odierno ipertesto non aggiunge che ulteriori possibilità di elaborazioni al libro composito (la stampa integrata da sezioni manoscritte) del XV secolo. La tecnologia informatica ci pone inoltre di fronte alle stesse perplessità che esistevano in passato circa le valutazioni tra originale e copia nuovo e vecchio formato conservazione o eliminazione. L'odierna capacità di elaborare testi diversi sullo schermo del computer in qualità di autori curatori o lettori ha conferito quindi nuovi significati ai concetti di stabilità e di instabilità: le parole e le immagini sono fisse all'interno di regole e convenzioni tecnologicamente stabilite e mobili allo stesso tempo in quanto oggetto di interpretazione soggettiva.


Bianca Maria Paladino

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