L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
concordo pienamente con le altre recensioni. Buona la prima parte, noiosa e senza molta logica la seconda.
Solo il titolo é accattivante. La trama mi è risultata noiosa nonostante i cambi di scena in ambientazioni internazionali, esageratamente ripetitivi anche i tentativi di tratteggiare le personalità dei protagonisti.
Che delusione!!! Le parole chiave che mi hanno indotta a leggere il romanzo - tango, Buenos Aires, "le cose sono ciò che devono essere" - si sono svuotate di significato. Bastavano 300 pagine. Dal capitolo 9 in poi sembrano cambiati, e diventano dilettanti anche un po' negati, scrittore e traduttore.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
1928, un transatlantico diretto a Buenos Aires. 1937, Nizza. 1966, Sorrento. Max Costa e Mercedes Inzunza. Il tango e gli scacchi. Tre luoghi e tre tempi, due personaggi che si incontrano, si perdono di vista e si incontrano di nuovo, per caso, quando si aggirano sulla sessantina, due ‘attività’ - il tango e gli scacchi - intorno a cui ruota tutto, avventure, sentimenti di amore e tradimento, nonché altre trame più complesse. Il tango e gli scacchi che avvicinano i due protagonisti in tempi diversi, la sensualità avvolgente del tango quando sono giovani, il richiamo stuzzicante dell’intelligenza quando anni sono passati e giocano a scacchi per interposta persona - il figlio di Mercedes che tutti chiamano Mecha.
L’attenzione del lettore deve stare all’erta, mentre gira le pagine del nuovo romanzo di Arturo Pérez-Reverte, “Il tango della Vecchia Guardia”. Perché la scena si sposta da un tempo all’altro in una sequenza che non è divisa da capitoli, solo l’uso dei verbi al presente e al passato indica il cambiamento. Il presente è il 1966, quando Max Costa fa l’autista di un anziano svizzero a Sorrento. Il passato è il 1928, sulla nave dove Max Costa fa il ballerino di professione: giovane, straordinariamente attraente, elegante, Max Costa si esibisce ogni sera sulla pista ballando il tango, invitando a ballare giovani donne e donne non più giovani ma vogliose. Il tango è fatto apposta per comunicare un messaggio e un invito, la risposta è nelle mosse della ballerina. Di quello vive Max Costa, di quello che guadagna con il suo lavoro, dei regali delle donne, di qualche abile furto occasionale. Poi, ad un certo punto, il passato salta nove anni e Max Costa è a Nizza: ha fatto fortuna in qualche maniera poco chiara e che lui non intende affatto chiarire, frequenta ambienti eleganti, corteggia - come al solito - donne belle e ricche.
Quando Max invita Mecha Inzunza a ballare sul transatlantico, lei non è sola. Suo marito è un famoso musicista e stanno andando in Argentina in cerca di ispirazione: Armando de Troeye ha scommesso con Ravel che scriverà un tango che rivaleggerà con il suo Bolero. Quella di Max e di Mecha è una storia d’amore sulle note del tango, macchiata da altre esperienze nei locali poco raccomandabili di Buenos Aires in cui però si suona il vero tango, non quello edulcorato dalle buone maniere della società ‘bene’. Un amore fatto di corpi giovani, di sesso, di musica, di un marito che non soddisfa la moglie anche se ha tanti soldi. È una sorpresa per entrambi, ritrovarsi a Nizza nel 1937 - Max ha giocato un brutto scherzo a Mecha, a Buenos Aires, e lei è diffidente, il suo intuito la porta a capire che Max sta mirando a qualcosa, quando lo incontra nella casa di un’amica. I tempi sono cambiati, il marito di Mecha è in prigione in Spagna, c’è vento di guerra nell’aria, questa volta ‘il colpo’ di Max non è uno sfavillante gioiello, la trama sconfina nella spy story. E prosegue, in un certo qual senso, su questa traccia, dietro il gioco degli scacchi a Sorrento. L’appannata storia d’amore di Max e Mecha è sostituita da quella del figlio di lei, campione di scacchi, con la giovane moglie. Eppure Max cede alla richiesta di Mecha, rispolvera la sua abilità di ladro elegante. Con quali conseguenze? Chi ha avuto un ruolo attivo in un tradimento cerca forse di ripagarlo aiutando una vittima di un altro tradimento?
“Il tango della Vecchia Guardia” si discosta dai romanzi precedenti di Arturo Pérez-Reverte e non sono certa che allo scrittore si addicano le storie d’amore. Il suo stile è sempre raffinato, è un piacere leggerlo. Tuttavia, dopo l’entusiasmo iniziale per la splendida ricostruzione ambientale di un periodo che ci ricorda Francis Scott Fitzgerald, con personaggi che, come quelli dello scrittore americano, sono troppo belli per essere umani, avvertiamo un certo qual vuoto sotto le ripetute descrizioni di abiti, pelli lisce, occhi di miele, corpi perfetti. Finiamo per stancarci di sentimenti sulla cui profondità dubitiamo, preferiamo le pagine di azione come quelle delle due imprese memorabili, una lo specchio dell’altra, di Max giovane a Nizza e di Max ultrasessantenne a Sorrento.
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore