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Anno edizione: 2024
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Il saggio si divide in due parti. La prima parte è dedicata al caleidoscopio dell'ebraismo. Nell'ebraismo le differenze storiche, geografiche, culturali sono molte. Per esempio, chi si dice antisionista ha mai sentito parlare dei due volumi sul sionismo di Bensoussan? Ha mai saputo dell'esistenza di almeno quattro correnti sioniste, socialista, liberale, revisionista, ortodossa? Se la risposta a entrambe le domande è no, se la conseguenza è ricondurre il sionismo a un fenomeno univoco, nazionalista, alla base della fondazione di Israele, le strade sono due: o si fa del sionismo una costola dell'imperialismo americano, del colonialismo occidentale che opprime il Sud Globale, riconducendo il tutto alla dicotomia manicheistica Occidente vs Sud Globale, come fa anche Enzo Traverso nel suo recente pamphlet, e con ciò la critica palesa i suoi stereotipi antisemiti; o si riprende in mano "La questione ebraica" di Marx, si sostiene che il problema dei diritti in superficie nasconde nel profondo un problema socio-economico, si propone agli israeliani di ricondurre il problema a una lotta di classe - come, pure, auspicherebbe Traverso evocando una Palestina binazionale. Nella seconda parte del saggio Luzzatto Voghera risponde a domande che meritano risposte. Da sottolineare il concetto più volte ribadito, che gli ebrei non hanno legami nascosti che li tiene uniti tra loro, che se Israele è in guerra la faccenda non è che deve ricadere su tutti gli ebrei che vivono fuori d'Israele: l'ebreo è innanzitutto un individuo. L'appartenenza a una categoria identitaria viene dopo. Questo è il grave errore di tutti i movimenti LGBTQIA+: anteporre la categoria all'individuo, l'identità (pure trasversale o fluida) all'individuo. Perciò l'antisionismo è un falso problema; il vero problema è affrontare oggi la questione dell'identità, come emerge nella rivendicazione dei diritti individuali, studiando la questione ebraica (ma recuperando Bauer, non Marx!) come cartina di tornasole storica.
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