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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2020
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A caldo è un libro che si lascia leggere, ben scritto, il lessico a volte è un po' accademico ma scorrevole, non annoia. É chiaramente un romanzo autobiografico, che tratta il tema dei sentimenti e invoglia a continuare la lettura. Ognuno di noi conosce, volente o nolente, l'argomento in oggetto. Tutti hanno avuto le proprie esperienze, spesso simili ma mai uguali in tutto e per tutto. Ed è proprio per questo che, sebbene alcune dinamiche siano acclarate e condivise da un gran numero di persone, alcune altre sono, a mio avviso, del tutto personali e soggettive. Per questo motivo sarebbe forse stato meglio trattare lo svolgimento dando maggiore spazio al “romanzo” e meno al “saggio”. Soffermarsi in ogni capitolo a illustrare meccanismi psicologici, strategie comunicative e di approccio, relative conseguenze emotive e comportamentali, enunciando univocità e validità universale, sfiora la saccenteria a scapito della credibilità. Ancor più se a esprimere il concetto è il protagonista, un giovane ragazzo alle prese con una donna più anziana ed esperta, in un'inversione di ruoli in cui il più scaltro e scafato risulta essere il giovane anziché la matura signora. Ma è un peccato veniale, di gioventù, appunto. Lo è anche descrivere gli amici cinquantenni della donna (i pochi che compaiono) alla stregua di delinquenti cocainomani o “morti di pippe” come se l'intera categoria si potesse definire in questi termini. Prima di quanto s'immagini anche i trentenni raggiungono la soglia dei 50, a quel punto le prospettive cambiano. Sarebbe interessante leggere lo stesso romanzo scritto dal punto di vista femminile. Probabilmente alcune verità espresse dal giovane protagonista risulterebbero completamente ribaltate.
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