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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Copre una carenza nel mondo divulgativo del pensiero conservatore.. Esposizione chiara. Consigliato..
Recensioni
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Storia del pensiero conservatore è un viaggio in un mondo sconosciuto. Incita alla ricerca, dando al lettore spunti interessanti. Il libro di Giubilei, però, non è solo un saggio storico, ma un raffinato tomo enciclopedico che va sfogliato con attenzione.
558 pagine, il periodo storico che va dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni passato al setaccio, una miriade di autori ripescati e riletti tenendo conto del contesto nazionale nel quale hanno operato. Insomma, c’è un lavoro immenso dietro a questo libro, le note e la bibliografia consultata lo dimostrano; ma c’è soprattutto la ricostruzione di un movimento, quello conservatore, deriso nel corso degli anni in maniera inopportuna.
Giubilei lo spiega nell’introduzione: essere un conservatore non vuol dire essere un tradizionalista o un retrogrado, semplicemente significa progredire custodendo il proprio patrimonio storico-culturale e le istituzioni secolari. In poche parole, pensare al futuro senza dimenticare il passato. Ma attraverso questo libro, Giubilei ha anche voluto ridare dignità ai conservatori.
Il futile progresso e il vuoto capitalismo stanno iniettando nella società nichilismo, alienazione, azzeramento della personalità, individualismo sfrenato e massificazione dei costumi. Il conservatorismo diventa quindi un’arma di difesa. La fiducia nella tecnica e nel progresso, la messa in atto di una rivoluzione radicale che sta distruggendo le identità nazionali e locali, e un’informe globalizzazione, provano che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Non si tratta di un discorso nostalgico, ma di un dato di fatto. Oggi il passato viene volutamente dimenticato e in noi c’è la malsana idea che da esso non abbiamo più nulla da imparare.
Cos’è quindi il conservatorismo?
È la vera rivolta contro la tecnica e l’estenuante progresso. È la risposta ideologica all’imperante nichilismo che sta polverizzando ogni istituzione. Da buon ricercatore, Giubilei si è spinto oltre, riportando in vita il pensiero di tanti autori dimenticati. Intellettuali inglesi, tedeschi, francesi, spagnoli, americani, italiani; ognuno di loro, nel proprio contesto nazionale, ha messo in guardia dai miti del progresso.
Ma sapete cosa c’è di bello in questo libro? Può essere letto da tutti. In fondo destra e sinistra non esistono più, il progresso ci ha tolto anche il gusto della politica. Riflettendo, oggi ci lamentiamo di un mondo in cui volontà di ricchezza e bisogno del successo hanno messo in ginocchio i valori, le tradizioni, gli ideali e le identità. Cosa ci rende veramente felici? Certamente la risposta non la troverete in Storia del pensiero conservatore, che, però, avrà il merito di farvi meditare su alcune questioni di stretta attualità.
Giubilei si pone anche un altro quesito, ossia, perché in Italia non si è costituito un partito conservatore?
Infatti, in molti sostengono che la Democrazia cristiana sia stata per anni la casa dei conservatori, ma anche questo è un falso mito; così come non lo è stato il Fascismo. L’autore confessa in più occasioni il sogno di costituire una casa dei conservatori, ma badate bene, questo non è un manifesto, bensì un saggio storico, dietro cui si cela una importante operazione culturale.
Un libro da leggere con pazienza e dedizione, dedicato a chi vuole scoprire, informarsi e farsi un’idea precisa del mondo conservatore.
Recensione di Martino Ciano
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